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 FORME E TECNOLOGIE DELL'INNOVAZIONE
 Intervista a Biagio Cisotti


Recentemente premiato a Colonia con l'Interior Innovation Award 2004 Biagio Cisotti è approdato al Salone del Mobile milanese 2004 con diversi prodotti in cui è coinvolto sia in qualità di progettista sia come art director. Docente dal 1989 presso l'ISIA di Firenze, Cisotti ha svolto nei primi anni '90 un'intensa attività culturale con l'associazione MADE promuovendo numerose iniziative legate all'architettura e al design. Nel corso di vent'anni di attività ha disegnato prodotti per Alessi – suo il fortunatissimo apribottiglie Diabolix – , Fine Factory, Namaste Handels GmbH, Nouvelle Bague, Partner & Co, Plank, Poltronova, Ravarini Castoldi, Zeritalia e B.R.F., azienda toscana emergente di cui cura la direzione artistica.

Come docente, progettista e art director il tuo impegno nel design è a 360°. Rischiando anche di banalizzare, avere questo tipo di "trasversalità" in una disciplina già di per sé refrattaria alle etichette, non ti impone atteggiamenti quasi-schizofrenici? Se, ad esempio, nell'insegnamento sono presumibilmente fondamentali i connotati comuni e trasmissibili di un "sapere", nella pratica professionale la capacità di distinguersi, creare uno stile, una poetica è altrettanto importante...
Occuparsi di design significa vivere la "contemporaneità": tenersi informati ed aggiornati sui materiali, tecnologie e mezzi di lavoro come il computer e il software. Ma non solo. Per conoscere i nuovi modi di vivere e per anticipare le tendenze, il confronto con i giovani diventa fondamentale. Per cui l'insegnamento e la scuola è una parte importante del nostro lavoro. Creare un rapporto più stretto con le aziende – come art director – ci permette inoltre di approfondire realtà più manageriali e commerciali del progetto. Fa parte della professionalità di un progettista capire bene le esigenze dell'azienda, la sua filosofia e l'immagine con la quale si propone sul mercato. Con questi presupposti, consapevoli dei punti forti, cerchiamo successivamente di sviluppare le nostre idee. E' vero, comunque, che "accettare" la contraddittoria convivenza tra ortodossia ed eccentricità affina anche la capacità di leggere ed apprezzare il talento altrui; aiuta a comprendere la diversità come valore aggiunto sia per la propria crescita professionale che per l'azienda di riferimento.

La tua ormai più che decennale collaborazione progettuale con Sandra Laube manifesta – oltre all'evidente intesa professionale – una interpretazione del progetto come occasione di confronto o non si tratta invece di pratica operativa di equipe quasi imposta dall'attuale realtà progettuale?
Il progetto di design oggi è un mondo complesso ed in continua trasformazione. Lavorare in team significa per noi essere più qualificati: ognuno di noi ha la propria professionalità in cui applica e sviluppa le proprie competenze. Sommando le nostre esperienze, operare a stretto contatto ci permette di rispondere meglio alle esigenze complesse del lavoro di progettista.

Quali sono a tuo avviso le ragioni del successo di lavori come Millefoglie e Luna, le serie di sedute che hai realizzato per Plank? Quali gli obiettivi (progettuali, innovativi, produttivi, tecnologici, formali,...) affrontati, quali le difficoltà realizzative incontrate e quali le prospettive aperte dal prodotto?
In generale ci interessa integrare nel nostro progetto, oltre l'innovazione formale, l'aspetto tecnologico. Perché siamo convinti che per ottenere una reale innovazione formale è necessario utilizzare tecnologie nuove o inedite. Inoltre con il progetto Luna ci interessava in modo particolare una maggiore tridimensionalità lavorando sempre con il legno compensato. Parlare di tridimensionalità significa per noi parlare di uno spazio fluido dove le superfici, i concetti, la materia si possono dilatare in modo libero ed inaspettato. Con Millefoglie abbiamo già tentato di superare il limite della bi-dimensionalità del compensato curvo, lavorando con due scocche identiche che insieme formano un volume tridimensionale. Con Luna abbiamo portato al limite del possibile le caratteristiche del legno compensato esplorando le possibilità della trasformazione tridimensionale.
La ricerca formale di Luna si sviluppa di pari passo con la ricerca tecnologica: il materiale si piega nello spazio per creare una seduta confortevole e nei bordi si flette delicatamente creando un rinforzo strutturale. In questo modo siamo riusciti a realizzare una scocca a spessore molto ridotto. L'integralità del pensiero progettuale si traduce in una superficie rigata realizzata appositamente per accentuare la morbidezza della forma.

Prima accennavi ad una crescente complessità disciplinare che in parte, occorre ammetterlo, deriva dall'ampio spettro operativo che si apre oggi per il designer. In che modo, a tuo avviso, la complessità dell'attività del designer ha a che fare anche con il "passaggio di scala"?
In teoria il lavoro del progettista non cambia lavorando su "scala" diversa.
Un oggetto di design, come anche un architettura, deve essere una responsabile testimonianza del tempo e della cultura in cui nasce. Gli oggetti che ci circondano devono tradurre materialmente tutto ciò che appartiene a noi: i nostri pensieri, le paure e i sogni. Basti pensare che riusciamo ad immaginarci le abitudini di vita di antiche culture semplicemente attraverso gli oggetti, per rendersi conto dello strettissimo rapporto fra realtà sociale e il mondo del design.
Occuparsi di design significa proporre, attraverso gli oggetti o, più in generale, attraverso tutto ciò che ci circonda, nuovi modelli di vita, nuovi modi di abitare, di muoversi... In pratica però occorre molta conoscenza, tecnologica e culturale del settore per svolgere bene tale ruolo. Così spesso capita di muoversi comunque in un cerchio più o meno definito.

Oggi molte aziende ritengono fondamentale nella comunicazione del proprio prodotto fare riferimento non più al prodotto come "oggetto assoluto", a sé stante, bensì all'oggetto nel suo contesto, in un ambiente anch'esso "aziendale" ovvero "autorale". La progettazione di una collezione diviene così sempre più una determinazione attraverso il design dell'accessorio: al progetto del divano si aggiunge il progetto del tavolo, della lampada da tavolo, il tappeto, ma anche e particolarmente il colore che, non a caso, è stata una delle caratterizzazioni originarie e "forti" di BRF. Cosa pensi di questa evoluzione?
In effetti sempre di più le aziende si propongono con un idea di casa coordinata e sempre più completa. Piano piano ci si è allontanati dal protagonismo del singolo prodotto per proporre più un "atmosfera". L'azienda BRF si è basata fin dalla nascita – oltre che sull'enorme voglia per la sperimentazione –, sull'idea della casa legata al mondo ludico e sensoriale. Con questa filosofia, che presenta i prodotti un po' trasformati in strumenti ludici, si è cercato di suggerire una mediazione con il gioco, creando delle qualità sentimentali: riprodurre, attraverso i prodotti, il processo animistico dell'oggetto, un processo che spontaneamente provoca in noi delle emozioni attraverso le quali decidiamo se il prodotto "ci piace". Tutto ciò ha guidato la collezione per dare vita ad un insieme di oggetti che creano in casa un atmosfera allegra, colorata e armoniosa.

Studio Cisotti Laube
Viale Petrarca, 54 - 50124 Firenze
tel/fax: + 39 055 223331
www.cisottilaube.com


Ulteriori informazioni sul volume antologico di IdeaMagazine.net


Da maggio 2011, il testo della presente intervista è disponibile anche in versione cartacea nell'antologia Interviste sul progetto. Dieci anni di incontri col design su IdeaMagazine.net recentemente pubblicata da Franco Angeli nella Collana ADI - Associazione per il Disegno Industriale.
Compresa la presente, nel volume sono raccolte 30 interviste – pubblicate on line dal 2000 al 2010 – che offrono al lettore un interessante resoconto «fenomenologico» su tre ambiti operativi della cultura del progetto assai poco frequentati dalla «comunicazione» sul design: il «nuovo» design italiano, il progetto in Toscana, il design al femminile.

Interviste sul progetto.
Dieci anni di incontri col design su IdeaMagazine.net

Umberto Rovelli (a cura di)
Franco Angeli - Milano
Collana ADI - Associazione per il Disegno Industriale
1a edizione 2011 (Cod.7.8) | pp. 264
Codice ISBN 13: 9788856836714

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a cura di: 
Umberto Rovelli 

 IM Book 
Da maggio 2011 è disponibile il volume antologico «Interviste sul progetto. Dieci anni di incontri col design su IdeaMagazine.net» in cui è stata inserita questa intervista
I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
VII.
VIII.
IX.
X.
XI.

ha collaborato:
M.Angeles Fernández Alvarez




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