CULTURA DEL PROGETTO COME FALLIMENTO E... DESIGN ISTANTANEO PER TUTTI



Cini Boeri accanto a Giorgio Tartaro dopo l'incontro|intervista svolto negli spazi dello showroom romano Ikonos  previous next 
Cini Boeri, invitata negli spazi del grande showroom romano Ikonos a raccontare la sua lunga carriera a fianco del committente Arflex, ha svelato in maniera schietta le sue opinioni sul design odierno, incalzata dalle domande poste da Giorgio Tartaro nell’ambito della rassegna «Dialoghi».
«Il significato della parola "design" è oggi mutato, e corrisponde spesso alla progettazione di pezzi d’arte.Nel nostro vocabolario, anni ’50, "design" significava progettazione di elementi da produrre in serie, controllo sui materiali idonei e sul metodo della sua produzione. Il tutto allo scopo di rendere accessibile ad una ampia fascia di pubblico, il loro costo. [...] Oggi, più di allora, sarebbe giusto impostare il progetto analizzando le nuove esigenze, i nuovi problemi, i nuovi bisogni della società» afferma l'architetto. [...] La scelta dei miei progetti nell’ambito del "design" deriva spesso dalla lunga esperienza di abitazioni, maturata lungo gli anni della mia professione. L’identificazione di ciò che è utile e ciò che è superfluo nello spazio abitato mi suggerisce la progettazione di elementi nuovi, utili a migliorare la vita di chi abita. Anche recentemente sto progettando dei mobili... che si muovono nello spazio abitato in sostituzione di quelli "a muro". Spero di convincere un produttore su questa proposta che modifica sensibilmente il modo di abitare, rendendolo flessibile e variabile».[...]

Con la poltrona Borgogna (1964): «Pensavo di offrire una poltrona comoda alla quale affidare se stessi e la propria fatica dopo una giornata di lavoro avendo a portata di mano tutto ciò che poteva servire: telefono, giornali e, oggi, anche il portatile».[...] «Oggi vedo i giovani progettisti lavorare inserendo se stessi nel computer. Sbaglierò, ma credo che fantasia, creatività e proposta abbiano bisogno di una matita». [...] Rivoluzionaria anche la linea Strips (1968) che comprende divano e poltrona e un letto che non ha bisogno di essere risistemato ma che si fa da solo. «Basta chiudere la zip della trapunta per nascondere materasso e lenzuolo, come un sacco a pelo trasformato in letto. Questo prodotto ha avuto molta fortuna in America era il letto preferito di molti attori cinematografici. Per la sua realizzazione, come per tutta la famiglia Strips, l’ispirazione della trapuntatura mi era derivata dall'osservare le impacchettature delle opere di Christo».[...]
Concepito nel 1971 per Arflex ma mai entrato in produzione con Serpentone «Intendevo proporre un divano per tutti da vendere a metri. Avrebbe dovuto uscire dallo stampo già completo di tutto, senza bisogno di essere rivestito. La produzione non era ancora pronta a seguire questa proposta, oggi potrebbe esserlo. Allora rimase solo prototipo, venduto con qualche difetto, ma molto apprezzato».

fonte: Casa & Design
 TESTO 


 01 
 02 

 03 
 04 

 05 
 06 

 07