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 DESIGN, GENIUS LOCI E MERCATO
 Intervista a Paolo Galantini

Dalla fine degli anni '80 ad oggi, Paolo Galantini è progettista ibrido che gioca in modo eterogeneo nel ruolo di designer/architetto/ingegnere. La sua attività spazia dalla creazione di oggetti di design – in particolare sedute: Spiral Collection, Ruby, Mille&Cento, Plug and Play e Slot up & Slot down, per aziende quali Idiha, Inventa, Vismara Design, Astor – alla ristrutturazione di residenze e riprogettazione di spazi urbani. Nato e laureatosi a Pisa, è conosciuto anche nel mondo del design industriale statunitense, e riscontra successi sia nel mercato giapponese che in quello russo contribuendo alle fortune di idee e prodotti del design italiano.


Nella tua carriera professionale si nota una deviazione che, dopo alcuni anni di attività svolti nella progettazione architettonica ed urbanistica, ti ha sempre più coinvolto con il furniture design. C'è stato un particolare input che ti ha condotto verso questo particolare settore? Questa tensione si è, quindi, sviluppata negli anni, oppure hai sempre avuto – e sempre saputo –, che avresti, prima o poi, intrapreso anche questo campo?
Il design è sempre stato al centro dei miei interessi. Fin dall'inizio della mia professione ho frequentato il Salone del Mobile di Milano. Mi ha sempre emozionanato vedere oggetti di furniture design perfettamente eseguiti in grado sia di concretizzare modelli di vita che di rappresentare l'evoluzione di modelli già esistenti.
Ad un certo punto della mia vita professionale ho capito che le esperienze di interior e architectural design, concretizzate con la progettazione di arredi specifici per le "mie" case, dovevano evolvere, diventare progetti universalmente fruibili.
Ho quindi iniziato la collaborazione con alcune aziende, verificando con entusiasmo e curiosità l'apprezzamento del mercato alle mie idee.
Un'esperienza, per me, particolare. Infatti non interagisci direttamente con un soggetto cercando, magari, di intuirne psicologia e modi di vita, per realizzare un progetto in grado di migliorare la sua qualità della vita. Nel design Il tuo unico referente è un'entità contemporaneamente astratta e indefinibile: il Mercato. La prima esposizione al Salone del Mobile di Milano dei miei oggetti è stata un'esperienza bellissima ed emozionante: l'apprezzamento dimostrato ai miei oggetti dai visitatori, concluso spesso con l'acquisto di un pezzo, è stato il coronamento di un sogno.

Nella tua attività odierna, però, rimane costante l'interesse per l'architettura, e l'insegnamento – presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa. In quale di questi differenti spicchi – ricavati ovviamente dalla medesima torta – riesci ad esprimerti meglio, e con più gratificazione?
Sono interessato al progetto in tutti i suoi aspetti. In questo momento sto realizzando progetti complessi di urban design, di recupero di aree urbane o suburbane, dove riveste importanza la capacità di gestire il rapporto tra passato e presente, tra la città esistente ed il nuovo intervento. Armonizzare è la parola chiave e rappresenta una sfida molto stimolante: riuscire a percepire il "genius loci" dei luoghi in cui interveniamo è la chiave di lettura vincente di ogni progetto.
L'insegnamento per me è l'opportunità per trasmettere alle future generazioni la mia passione per la progettazione, dando pari importanza alla teoria e alla pratica. Per questo nei corsi della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa presento spesso le mie esperienze professionali. Ma sono anche fermamente convinto che non si insegna a progettare, ma solo comunicare stimoli e riflessioni, che lo studente dovrà far evolvere e rendere fruttuoso in un proprio percorso personale.

Avresti titolo per definirti un designer italo-statunitense, considerando importanti esperienze come la progettazione dell'Italian Design Pavillon ad High Point, nel North Carolina, e la collezione Spiral Collection progettata per Idiha e presentata in anteprima presso l'ICFF di New York – nei locali a tema Mars 2112 di New York City e Chicago, progettati da Daroff Design. Che tipo di esperienza è stata – e come affronti oggi –, il design all'estero? Quali importanti differenze e particolarità riscontri confrontandola con l'attività italiana?
Grazie ad esperienze di studio e di lavoro, conosco piuttosto bene gli Stati Uniti, e trovo facile lavorare con persone pratiche, essenziali e che mirano diritto all'obbiettivo. Il rapporto con Daroff Design e con i General Contractors che gestivano la realizzazione di Mars è stato ottimo. Di livello internazionale, molto stimolante e professionale: puntualità e rispetto degli impegni. Naturalmente l'errore non è ammesso... Comunque è andato tutto alla perfezione.
Per il futuro, non escludo di ripetere esperienze internazionali di questo livello. Mantengo tuttora stretti contatti con persone di New York e con studi di architettura della Grande Mela.
Le aziende italiane esportano negli Stati Uniti i loro prodotti, senza prevedere particolari accorgimenti e personalizzazioni che colpiscano questo specifico mercato. Personalmente penso che il mercato statunitense abbia proprie specificità: oggetti di successo negli Stati Uniti, in altre nazioni avrebbero più difficoltà.
Spiral Collection è stata scelta anche per la propria specificità di oggetto ai margini della produzione standard, per le caratteristiche peculiari di prodotto chiaramente di design, ma che sta sul confine tra produzione artigianale ed industriale.

La collezione divani Mille&Cento – disegnata per Inventa –, è un progetto modulare dalle forme pure e minimali, che si sviluppa in eleganti aggregazioni. Inoltre Mille&Cento viene prodotto anche in Russia; fatto, questo, che porta a ritenere che tali forme siano state molto apprezzate anche in un contesto che – seppur non ancora familiare – sta diventato importante per il nostro mercato. Potresti parlarci di questo specifico successo internazionale?
Per le aziende italiane la Russia è oggi uno dei mercati di maggiore interesse perché offre concrete opportunità di espansione. L'Italian design è un elemento di distinzione per i "nuovi ricchi" di questo paese, un segno di riconoscimento del loro status. Le società che esportano in Russia non propongono progetti ad hoc, ma espongono semplicemente i modelli standard prodotti per il mercato globale e poi presentati alle Esposizioni locali. Anche per Mille&Cento è stato così.

Un tema estremamente importante per l'attuale periodo – ma soprattutto per il futuro –, è l'eco-compatibilità. A ben guardare, in molte tue creazioni, si nota una cura particolare nella scelta di materiali ecologici. Vorresti parlare di come ritieni debba porsi la figura del progettista nei confronti di questo tema? E quali, a tuo avviso, le buone coordinate da seguire?
Per i miei progetti prediligo materiali eco-compatibili. Gli oggetti che studio e realizzo sono concepiti per essere utilizzati nella quotidianità. I materiali eco-compatibili risolvono i problemi pratici di ogni produzione standard, mentre, se condivido la continua e naturale volontà di rinnovamento e sperimentazione di nuovi prodotti, la ricerca e l'uso eccessivo di materiali riciclati o ecologici hanno, ad oggi, un valore prevalentemente sperimentale. Tessuti, schiumati, legni, pitture ecologiche, non inquinanti, e possibilmente riciclabili, sicuramente sono la chiave per la realizzazione di progetti sostenibili. Ed altrettanta importanza riveste l'attenzione del progettista/designer alla corretta combinazione dei materiali, per rendere il progetto complessivamente eco-compatibile e non solo realizzato in parte con materiali eco-compatibili.

Con la nascita delle prime creazioni come Magma, Porcino e Ruby – rispettivamente porta cd, sgabello, divano –, si consolidano per te i rapporti con case di produzione del settore quali Vismara Design, Astor ed Inventa – con la quale hai prodotto anche le confortevoli Plug and Play e Slot up & Slot down. Come ti sei trovato a lavorare con queste realtà produttive? Potresti raccontare qualche esperienza particolare vissuta in questi anni?
La collaborazione con Vismara Design, Astor ed Inventa è ottima. Con il tempo il rapporto è diventato più produttivo e proficuo: si capiscono in modo più chiaro e dettagliato le rispettive esigenze e si cerca di trarre il meglio da ogni progetto. La collaborazione con Astor mi ha permesso di fare esperienze specifiche sulla produzione in poliuretano espanso: materiale di consistenza simile al legno e lavorabile in stampi a basso costo, usato principalmente per realizzare cornici e letti barocchi, e oggetti dal gusto classico la cui produzione a basso costo risulterebbe difficile. La mia sfida è stata sfruttare le potenzialità di questo materiale per produrre oggetti di design contemporaneo.
Ho utilizzato questa tecnologia anche durante la collaborazione con Vismara Design. Magma, il porta CD dalla forma fluida con i fianchi laterali realizzati a volute continue, simboleggia un magma che esce dal terreno e si solidifica in un oggetto; le proprietà del poliuretano espanso hanno permesso di rendere al meglio il concetto della creazione da fluido a solido. Magma, colori accesi e caratteristici, ha riscosso un grande successo di pubblico e mediatico: è apparso su numerose riviste di settore che lo hanno considerato rappresentativo dello stile di vita del periodo in cui è stato proposto al mercato.
Per la produzione dei miei oggetti, con Vismara Design ho utilizzato anche il policarbonato traslucido ad iniezione. Materiale dalle grandi potenzialità che ha tuttavia richiesto lunghe attese per ottenere gli stampi di acciaio, realizzati da un blocco unico scolpito per elettro-erosione, per poter verificare i primi stampi ed eventualmente apportare le modifiche necessarie.
Con Inventa la collaborazione è cresciuta nel tempo: Ruby è stata la prima creazione presentata a Giordano, titolare della casa di produzione, nel corso dell'ICFF 2001 di New York dove era espositore. Dal suo entusiasmo per l'oggetto nel complesso, e in particolare per il bracciolo innovativo, è iniziato il nostro rapporto professionale ed anche i miei viaggi a Pesaro per seguire le fasi di prototipazione di Ruby. La collaborazione con Inventa prosegue tuttora ed ha portato alla produzione di numerose altre sedute destinate al settore del contract.



Paolo Galantini
via Tevere, 2/A - 56122 Pisa - Italy
Tel: +39 050 551105
Fax: +39 050 834399
www.studiogalantini.it


Inventa
www.inventa-italy.com
Vismara Design
www.vismara.it
Moduli Razionali
modulirazionali.com
GFG
www.gfg-fossati.com





a cura di: 
Federica Capoduri 

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XXVI.

ha collaborato:
Umberto Rovelli




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