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 LA FRONTIERA DEL DESIGN TRA SUPERFICIE E MATERIA
 Intervista a Studio Natural (Marco De Santi, Alessandro Paoletti)

Studio Natural (Marco De Santi, Alessandro Paoletti)Studio Natural (www.studionatural.it) è uno studio di progettazione fondato a Lucca nel 2012 da Marco De Santi e Alessandro Paoletti. Due figure professionali – rispettivamente industrial e graphic designer – con esperienze che spaziano dal progetto di allestimento, al product design, alla comunicazione grafica e per il web. Numerosi premi e riconoscimenti ricevuti: iF Design Award 2017, Red Dot Award Design Concept 2016, Menzione d'Onore XXIV Compasso d'Oro ADI 2016, ADI Design Index Selection 2015, First Prize Young & Design competition 2013, Good Design Awards 2011, German Design Award 2011, IF Design Awards 2011, Second Prize Young & Design competition 2011, First Prize Lucky Strike Design Awards 2009..




 Federica Capoduri:  Per iniziare il nostro racconto ricorro a Toy, potente icona che utilizzo idealmente in questa sede in funzione di ponte tra passato e futuro della vostra carriera. Il passato è rappresentato dalla sua progettazione: Toy è una lampada con sorgente LED prodotta dall'azienda toscana Martinelli Luce – ideata quando ancora Marco faceva parte del gruppo 4P1B, assieme ai tre soci Simone Fanciullacci, Antonio De Marco e Antonietta Fortunato – e presentata al Salone del Mobile di Milano 2010. Il presente invece vede continuare la collaborazione del vostro Studio con quest'azienda lucchese e su cui ci sono tutte le condizioni per parlare anche di futuro…

 Studio Natural (Marco):  Toy è un progetto cui sono particolarmente affezionato perché è il primo prodotto seriale che abbiamo progettato, la prima occasione in cui un'azienda ci ha dato fiducia e ha creduto nel nostro lavoro. Per questo ci tengo a ringraziare anche Martinelli Luce che fin da subito ha fatto di tutto per valorizzare al massimo questa lampada.

 Federica Capoduri:  Per Martinelli Luce si scoprono ancora due bei prodotti che meritano attenzione: la lampada da tavolo Fluida – che ha vinto il 1° premio Young&Design nel 2013 e ricevuto la Menzione d'Onore al XXIV Compasso d'Oro ADI nel 2016 – e l'applique da parete LED+O, presentata durante il Light and Building di Francoforte 2016 e vincitrice del recente premio iF Design Award 2017. Dalla forte valenza estetica, entrambe utilizzano luce indiretta creata da sorgenti LED: Fluida propone un design particolare e quasi interattivo, grazie ai magneti delle due basi che permettono posizioni e performance luminose diverse. LED+O, a differenza dell'altra, non coinvolge direttamente nel suo utilizzo ma la sua forma – data la sua doppia concavità –, dimostra un carattere creativo accorto, fatto di vuoto e pieno, di ricercata eleganza. Vi chiedo quindi di parlarci di queste due creature; dalla loro nascita progettuale alla presentazione a Emiliana – figlia del fondatore Elio Martinelli, la quale oggi dirige l'azienda ma che soprattutto segue strettamente l'attività di progettazione –, fino al vederle sul mercato attuale…

 Studio Natural (Marco):  Dopo i riconoscimenti ricevuti con il primo progetto, continuare la collaborazione è stato praticamente naturale, in più il tema della “luce” con la sua continua innovazione tecnica è quello che da sempre più ci affascina nell'ambito del design di prodotto. Negli anni, con Emiliana e il figlio Marco Ghilarducci si è creato un ottimo rapporto e questo interscambio progettista/imprenditore ha generato stimoli continui dando vita a questi ultimi due progetti.
Fluida nasce dall'intuizione di avere una lampada dinamica in grado di potersi adattare alle molteplici esigenze della scrivania. La difficoltà più grande è stata quella di “smaterializzare” la luce mantenendo la flessibilità della fascia luminosa per poter garantire i molteplici posizionamenti.
Mentre LED+O è il frutto di una riflessione poetica; volevamo progettare un'applique che nonostante restasse immobile alla parete, potesse assumere una geometria nuova a seconda del punto di vista da cui la si guardasse.

 Federica Capoduri:  Il prototipo della lampada Doc ha vinto il Red Dot Award Design Concept 2016. Che sviluppi ci sono – o ci potrebbero essere – per quest'idea che già annovera un premio internazionale?

 Studio Natural (Marco):  Vincere un premio del genere con un prodotto non ancora in commercio è una grande soddisfazione soprattutto perché conferma la nostra idea di continuare a dedicare parte del nostro tempo a ricerca pura, svincolato da commesse o richieste di clienti ma mosse unicamente da intuizione, sensibilità e molta, molta passione. Doc non è altro che il frutto di questo nostro approccio: siamo partiti dall'uso arcaico della torcia colmando un bisogno attraverso le tecnologie contemporanee.
Al momento non ci sono sviluppi, passato il Salone del Mobile ci dedicheremo a cercare un imprenditore che sposi questo progetto e la passione che c'è dietro. Anzi, se tra i lettori di questa intervista ci fosse qualcuno interessato, noi siamo sempre aperti a proposte…

 Federica Capoduri:  Design ordinario ma anche stra-ordinario. Voglia d'identità e cambiamento, design come matrice per settori diversi. Sto pensando ai vostri lavori che riguardano la grafica per tessuti: la sacca per tavole da surf Migra, progettata per il surfista esploratore, ma anche le collezioni Bikes & Knights e Cyclangle – completi di abbigliamento da ciclismo, in diversi tessuti tecnici – prodotte rispettivamente dalle aziende pistoiesi Maglificio Natali e Pissei. Correggetemi se sbaglio, ma da questi progetti si percepisce anche la voglia di sperimentare una progettazione – e quindi l'applicazione del processo creativo – in settori non banali al design (mi si conceda il temine), creati fuori dalla serie tipologica abituale. Non a caso per Migra avete seguito il progetto curandone anche l'intera comunicazione. Che sfida è per Studio Natural il design in termini di marketing?

 Studio Natural (Alessandro):  Siamo convinti che la progettualità sia la chiave per approcciarsi a ogni tipo di lavoro, non esiste ambito o sfida che non possa essere affrontato (e si spera risolto, almeno momentaneamente) grazie alla cultura del progetto. Non crediamo nell'analisi numerica della realtà e non crediamo che lo studio dell'esistente possa essere una buona base da cui partire per esplorare nuove strade.
Il nostro obiettivo è provare ad alzare sempre l'asticella, con tutti i rischi che ciò può comportare, ma ogni volta distruggiamo la realtà per immaginarne una nuova, migliore e con presupposti più consapevoli.
In altre parole crediamo nel valore del progetto come unica possibilità per pensare a qualcosa di innovativo e realmente funzionante, ma soprattutto proviamo sempre ad approcciarci con lo stesso spirito ad ogni tipo di progetto, dal più grande al più piccolo. Il successo del progetto sul mercato sarà poi una conseguenza della passione e della validità del progetto stesso.

 Federica Capoduri:  Come progetto di ricerca e autoproduzione, trovo interessante la proposta data dal tavolino Lucio, in grado di ricaricare smartphone e tablet sfruttando la luminosità attraverso pannelli solari sul piano. Lucio è un complemento d'arredo, un'isola energetica per le zone living di case e uffici che può vivere lontano dalle pareti e dalle classiche prese di corrente, diventando eroe dei giorni nostri che lavora incessantemente, che immagazzina luce per ricederla in energia – soddisfacendone così la nostra ormai sempre più dilatata richiesta. Qui il prodotto non rappresenta alla fin fine che il mezzo con cui riveliamo il nostro modo di essere e di vivere l'epoca, concretizzando le suggestive intimità d'esercizio che ci rappresentano nel vivere quotidiano. Concetto che porta anche ad una riflessione sull'attuale modo di lavorare: per esempio, difficilmente esisterà oggi un designer che lavori senza prese di corrente a portata di mano…

 Studio Natural (Marco):  L'ambiente lavorativo è formato da un quaderno, una matita, un computer e uno smartphone, poi che io sia in studio, in una lounge di un aeroporto o in hotel poco importa. Ormai oggi tutto è smaterializzato e io adoro avere la flessibilità di poter lavorare ovunque; anche perchè la mente di un progettista non ha orari, lavora costantemente 24 ore su 24. Detto questo però preferisco di gran lunga usare il quaderno invece del computer, è come se tra la mente e la matita ci fosse un rapporto diretto e le idee escono più fluide e naturali rispetto che alla tastiera o il mouse.

 Federica Capoduri:  Dal tavolo passiamo adesso alla sua declinazione femminile; Studio Natural ha nei suoi prodotti anche Mediterranea – collezione di piatti in porcellana, disegnata per Marino Cristal – e il set da tavola Napkin – compresse che grazie a poche gocce d'acqua si trasformano in salviette rinfrescanti. Entrambi sono progetti dal distinto valore comunicativo, adatti sia al mondo del contract sia a quello privato… ma vi confesso che quando ho visto quest'ultimo prodotto l'ho immaginato utilizzato da degli astronauti, magari proprio nella ISS - Stazione Spaziale Internazionale. Mai pensato di ricercare e proporre un design che risolva e migliori oggetti in questo ambito? D'altronde spesso le migliori invenzioni sono provate e testate prima per lo spazio, per poi ricadere sulla Terra; come i pannelli fotovoltaici, il dentifricio in tubetto o il mouse del computer

 Studio Natural (Marco):  Esatto, tutte le più importanti invenzioni sono nate in ambito militare per ricadere poi a distanza di anni su tutti i consumatori. L'ambito militare è da sempre molto affascinante perchè in qualche modo hai la possibilità di progettare il futuro. È una sorta di ricerca pura che attraverso un incrocio tra dati analitici, visioni e sensibilità dà luogo a innovazioni tecnologiche che segneranno il nostro tempo. L'anno scorso Yamaha Motors ci ha chiesto di immaginare un mezzo di trasporto per la mobilità del futuro; è stata un'esperienza estremamente interessante perchè ci siamo confrontati con un ambito totalmente nuovo rispetto a quelli su cui generalmente ci muoviamo. Qui abbiamo avuto la libertà di spaziare veramente a 360°

 Federica Capoduri:  “Il design è uno stato a sé”, recita lo slogan del Salone del Mobile 2017. Milano – capitale incontestata di questo stato senza bandiere e senza confini fisici – in questa particolare settimana aumenta e allunga, ogni anno che passa, i suoi avamposti: da Tortona al Brera Design District, da Ventura Lambrate – che adesso vede arricchirsi anche del polo espositivo alla Stazione Centrale – a Bovisa fino al modernissimo Quartiere Isola. Un piano di espansione degno di nota, che offre sempre più spazio ai professionisti (e non solo), e che regala ai visitatori una panoramica sulle tendenze del design contemporaneo su scala mondiale. Dato che il Salone del Mobile e il FuoriSalone – che definirei ormai essere gemelli eterozigoti – è parte storica del vostro trascorso (composto da diverse presenze negli anni, anche con 4P1B) mi interessa conoscere cosa rappresenta per voi questa settimana milanese…

 Studio Natural (Alessandro):  Abbiamo entrambi vissuto a Milano e proprio lì abbiamo avuto la possibilità di iniziare a collaborare anche grazie al Salone; conosciamo molto bene l'atmosfera e l'attesa che per un anno precede e segue ogni singola edizione. Da studenti il Salone rappresentava una settimana di immersione totale nel mondo del progetto in cui aspirazioni, sogni e realtà convergevano magicamente a Milano.
Mentre oggi il Salone è una tappa imperdibile, rappresenta un'opportunità unica di confrontarsi in ambito internazionale; è una settimana piena di stimoli, contaminazioni e, non per ultimo, l'opportunità per incontrare vecchi amici.

 Federica Capoduri:  Ma per i giovani la vetrina di Milano per eccellenza resta comunque quella del Salone Satellite che, proprio quest'anno, diventa ventenne: dal 1998 a oggi ha visto sfilare oltre diecimila giovani talenti. Questo spazio d'incontro tra nuovi creativi – selezionati nei 5 continenti – con imprenditori, architetti, designer e stampa è in grado anche di determinare e indirizzare il loro futuro, come ci conferma la storica curatrice Marva Griffin: «Alcuni sono diventati nomi importanti del design, altri ancora hanno scelto di cambiare mestiere». In base sempre alla vostra esperienza vi chiedo di esprimere un'opinione su questa fucina catalizzatrice di giovani e scuole, e anche di arrischiarvi a provare a dare una risposta alla domanda (molto ingombrante, in effetti) del tema di questa speciale edizione 2017: “DESIGN is...”?

 Studio Natural (Marco):  Il Satellite è da sempre il padiglione più denso d'innovazione che si può trovare alla fiera di Rho. Parteciparvi e portare in anteprima i propri progetti con tanto di prototipi ricordo bene essere stata un'esperienza unica, non saprei spiegarlo ma in quel padiglione si respira un'aria frizzante, un'atmosfera unica carica di energia. Nonostante negli anni al Fuorisalone si aprano continuamente nuove location che danno la possibilità ai giovani designer di esporre, per me il Satellite rimane la Vetrina per eccellenza. Design è passione, senza di essa non scocca la scintilla magica dei prodotti che ci avvolgono per rimanerci nel cuore.

 Federica Capoduri:  Nel vostro portfolio si trovano anche diversi progetti in cuoio per l'azienda Rudi Rabitti – il set da scrivania Sunset, la linea di complementi da bagno Up, la borsa Shoeless, il tavolino Fior di cuoio –, che rappresentano una ricerca d'ibridazione molto evidente, e che sembrano stare in un equilibrio merceologico senza confini marcati. Quanto di vero in questa mia osservazione?

 Studio Natural (Marco):  Condividiamo l'idea d'ibridazione, ogni nostro progetto è mosso da un processo di pensiero laterale che ci spinge a interrogarci da molteplici punti di vista per poi delineare più soluzioni, che si sintetizzano in un progetto. Che esso sia in ambito grafico, di prodotto o d'interni il processo di progettazione è sempre lo stesso.

 Federica Capoduri:  L'unione creativa che avete fondato sfocia anche nella cura e direzione artistica per Biofficina Toscana, con una progettazione d'allestimento che induce giocoforza a immaginare – come ad esempio nei lavori di exhibit design realizzati per l'edizione 2016 di Cosmoprof e Sana 2015 e 2016 – il prodotto nel suo più grande "contenitore"… che a sua volta deve essere creato e allestito con cura, da concepire quasi come fosse un ventre che ospita i suoi organi. Vi gratifica questo passaggio di scala?

 Studio Natural (Alessandro):  Biofficina Toscana rappresenta un'eccellenza nel campo della cosmesi ecobiologica e fin da subito c'è stata un'intesa molto forte con loro. Sembrerà una banalità, ma collaborare con aziende che mettono passione in quello che fanno e che condividono le tue idee, rende il lavoro molto più stimolante.
Vero è anche che non lo rende più semplice, perché spesso si innescano dei processi di immedesimazione molto forti. Grazie a loro abbiamo la possibilità di progettare a tutto tondo spaziando appunto dagli stand alla spilla, dal sito web al catalogo e in questo riusciamo a esprimere la nostra idea di progetto completamente. Abbiamo prima di tutto pensato il loro mondo filtrando e incanalando i loro stimoli e le loro aspettative. Da lì siamo partiti con un processo che è potenzialmente infinito e che potrebbe prevedere infinite declinazioni. Le loro idee e i loro prodotti sono alla base del nostro progetto, che a sua volta contribuisce allo sviluppo dell'azienda stessa… questo crea un moto infinito in cui tutte le parti contribuiscono allo sviluppo organico del marchio. Quindi direi che il continuo passaggio di scala non solo ci gratifica ma ci stimola continuamente.

 Federica Capoduri:  E per par condicio, poiché ho iniziato con una domanda diretta a Marco sul passato, vorrei chiudere questa nostra intervista con una domanda sul futuro ad Alessandro: idee sullo studio, sui progetti, sulle future contaminazioni. Quello che, insomma, si può raccontare, immaginare, prevedere o semplicemente sperare per il domani di Studio Natural; fosse anche solo attraverso una lungimiranza da creativi o una leggerezza del rapporto col tempo in perfetto stile Nabokov di Cose trasparenti…

 Studio Natural (Alessandro):  Albert Einstein diceva «Impara da ieri, vivi oggi, spera per domani; la cosa più importante è non smettere mai di porti domande» e sono proprio le domande ancora insolute il nostro stimolo più grande, siamo convinti che non esistano progetti chiusi e che naturalmente tutto debba sempre essere rimesso in discussione. La mutevolezza è in tutto quello che ci circonda e il domani è un'occasione in più per vedere le cose sotto un altro punto di vista.


Studio Natural
via Antognoli 25 | 55100 Lucca
+39 0583 1646297
info@www.studionatural.it
www.studionatural.it




Studio NaturalStudio Natural (Marco De Santi, Alessandro Paoletti). (Lucca, 2012). Fondato da Marco De Santi e Alessandro Paoletti, due figure professionali – rispettivamente industrial e graphic designer – con esperienze che spaziano dal progetto di allestimento, al product design, alla comunicazione grafica e per il web. Numerosi premi e riconoscimenti ricevuti: Red Dot Award Design Concept 2016, Menzione d'Onore XXIV Compasso d'Oro ADI 2016, ADI Design Index Selection 2015, First Prize Young & Design competition 2013, Good Design Awards 2011, German Design Award 2011, IF Design Awards 2011, Second Prize Young & Design competition 2011, First Prize Lucky Strike Design Awards 2009.
www.studionatural.it




luglio 2017 
Firenze 
testo: Federica Capoduri 

Portrait  / 2016 / © photo: Nico Tucci
I.

II.
Studio Natural / LED+O - lamp / 2016 / by MARTINELLI LUCE | © photo: Benvenuto Saba
Studio Natural / Migra - surfboard bag / 2016 / by MIGRA
III.

IV.
Studio Natural / Doc - lamp / 2016 / PROTOTYPE - researching project
Studio Natural / Sana - exhibit design / 2016 / by BIOFFICINA TOSCANA
V.

VI.
Studio Natural / Restaurant Napkin kit - Creho Set / 2015 / by NAPKIN
Studio Natural / Lucio - table / 2014 / PROTOTYPE - researching project
VII.

VIII.
Studio Natural / Up - bathroom accessories / 2014 / by RUDI RABITTI
Studio Natural / Bikes & Knights - cycling clothing / 2014 / by MAGLIFICIO NATALI
IX.

X.
Studio Natural / Cyclangle - cycling clothing / 2013 / by PISSEI
Studio Natural /  Fluida - lamp / 2013 / by MARTINELLI LUCE | © photo: Benvenuto Saba
XI.

XII.
Studio Natural / Sunset - desk set / 2013 / by RUDI RABITTI
Studio Natural / Mediterranea - plates collection / 2013 / by MARINO CRISTAL
XIII.

XIV.
4P1B (progetto sviluppato con Marco De Santi) | | <em>Toy</em> - lamp and table / 2010 / by MARTINELLI LUCE | © photo: Benvenuto Saba

 




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