CERCA IN IDEAMAGAZINE.NET

 

 OVER DESIGN OVER. MATERIA, TEMPO E NATURA NEL DESIGN CONTEMPORANEO


Promossa dall'Assessorato alle Politiche Culturali e Giovanili e dall'Assessorato all'Urbanistica del Comune di Perugia e in collaborazione con Regione Umbria, Fondazione Cassa di Risparmio e Fondazione Guglielmo Giordano, la mostra Over Design Over. Materia, Tempo e Natura nel design contemporaneo – a cura di Marco Rainò e Andrea Margaritelli ed inserita nel progetto Infinita Città che contraddistingue la stagione culturale 2008/2009 del capoluogo umbro – ha esposto una ricca selezione di oggetti attraverso cui poter riflettere criticamente sul design contemporaneo percorrendo tre differenti aree di indagine: materia, tempo e natura.

Inaugurata sabato 14 marzo 2009 alle ore 18.30 e conclusasi il 13 aprile, la mostra si sviluppava su un percorso all'interno del monumentale e suggestivo spazio della Rocca Paolina – in Piazza Italia a Perugia –, per circa 600 metri quadrati, nei quali venivano approfondite le singole tematiche in oggetto.
Protagonisti 44 designer di profilo internazionale: una selezione eterogenea in cui figurano grandi nomi e giovani realtà accomunati dall'alta qualità espressiva.

Ciascuna sezione era introdotta dalla testimonianza di tre designer italiani: Michele De Lucchi per l'ambito Materia, Enzo Mari in riferimento al Tempo e Andrea Branzi per ciò che riguarda la Natura.
Interrogati dai curatori, questi testimonial hanno offerto anche una personale lettura dell'argomento attraverso un documento inedito, filmato per l'occasione.

L'itinerario di visita – ad alto impatto visivo – ha posto in sequenza ragionata i singoli lavori dei designer ospiti, alcuni dei quali realizzati appositamente per l'evento o presentati in anteprima assoluta.
L'allestimento, concepito appositamente per la mostra, si componeva di strutture ideate attorno agli oggetti esposti ed era arricchito dalla presenza di numerosi contributi video e scenografiche modulazioni di luce.

A corredo della mostra – costituendone importante documentazione complementare di approfondimento –, il catalogo bilingue (italiano/inglese) edito da Silvana Editoriale che, oltre a presentare i designer protagonisti e i corrispondenti progetti esposti, prevede un ricco corredo di testi comprensivo dei saggi dei curatori, delle eccezionali testimonianze originali di Andrea Branzi, Michele De Lucchi ed Enzo Mari e dei contributi di Luca Beatrice, Cristina Morozzi, e Cristiano Seganfreddo.

Come argomentato dal curatore Marco Rainò in questa mostra «vale la metafora del designer come alchimista, perché chi progetta, oltre a combinare elementi per addizione, sperimenta il processo inverso di raffinare soluzioni, tentando (nella quasi totalità dei casi invano) l'attuazione di tecniche di de-stratificazione, di filtraggio, di separazione, per arrivare a soluzioni pratiche o di concetto di purezza esclusiva. Nell'economia significativa del titolo della mostra, la parola design assume anche il valore di cerniera tra opposti relativi e omonimi: è un'immagine interessante, che simbolicamente introduce la visione della progettazione come hub, punto centrale di smistamento ragionato, connettore universale nella complessa rete relazionale tra ambiti di conoscenza apparentemente eterogenei tra loro.
Forzando ancora la possibilità di trasferirsi nel campo di una figurazione ottenuta per analogia, viene da riferirsi al design come ad un dispositivo capace di innescare o disinnescare relazioni, attuando interconnessioni e corto circuiti significativi tra materie distinte».

«Ragionevolmente, il design è una sovra-disciplina» – sostiene Rainò – «un sistema articolato capace di connettere e integrare pensieri riferiti ai più disparati ambiti di ricerca e in grado di porre in relazione idee e conoscenze proprie a distinti contesti. [...] Un aspetto seducente della voce design, pertinente al carattere di non determinazione, è poi quello che rimanda al concetto di non finito: il progetto è un perenne lavoro in progressione, in cui gli esiti, anche esemplari, che ci circondano e di cui abbiamo memoria, non sono che risultati transitori, o per meglio dire, parziali; atomi o aggregazioni molecolari di un avanzamento più complesso che ricerca soluzioni per un corretto rapporto uomo-ambiente. [...] Il progetto è [...] tanto per il progettista in fase di ideazione e definizione quanto per il fruitore finale nel momento dell'uso, uno straordinario collettore d'esperienze e quindi di storie, attraverso le quali si identifica, si descrive e si racconta. In certa misura, si può dire che il progetto sia un dispositivo predisposto al racconto e che i prodotti del progettare, quando hanno qualità, raccontano storie e aiutano le persone ad acquisire conoscenza.»

Illuminante e assai pertinente è quindi la considerazione di Rainò secondo il quale i progetti esposti a Over Design Over «sono ottimi dispositivi per il racconto, perfetti storyteller capaci di attuare un processo di narrazione aperta, la cui interpretazione è plausibile da una pluralità di prospettive che trovano convergenza nell'affermare il primato del pensiero sulla forma. Il design protagonista di questa mostra non comunica solo attraverso il virtuosismo formalista, l'esteriorità estetizzante, il predominio dell'oggettuale, ma stimola riflessioni inattese che l'osservatore codifica in base alle proprie conoscenze, alle proprie memorie, azionando il meccanismo mentale delle corrispondenze emergenti dal quadro composito del proprio vissuto. L'oggetto progettato è finestra verso un altrove significativo e il design è innesco per connessioni mentali e associazioni di pensiero che alimentano la riflessione.»

Il taglio proposto nella mostra propone dunque un'accezione del design che non combacia perfettamente con quanto di «ortodossamente» industriale viene prodotto. Anzi, come afferma ancora Rainò «L'accezione con la quale interpretiamo il termine design nella mostra» tiene conto anche di «altre modalità di espressione poste in essere attraverso attività di progetto che sappiano rammentare, tra gli altri, i valori di una sensibilità ispirata: il buon processo di design non sembra verificato solo lungo la traiettoria pendolare tra i poli di forma e funzione ma acquista senso e rilevanza quando convalida, veicola e rappresenta anche ulteriori principi, come quelli pulviscolari e meno manifesti, spesso intuibili grazie ad una lettura in filigrana, dell'emotività propria alla poesia. [...] Il protagonista è il designer, la persona e il suo pensiero, non l'oggetto progettato: questo è da intendersi come elemento materiale capace di rimandare ad un'idea, è rammentatore di un'esigenza urgente, di un'istanza poetica, di un discorso che è necessario affrontare.»

Infine – e in estrema sintesi – tre sono i concetti chiave esposti dal curatore per condensare i propositi e le ambizioni di Over Design Over:

  • IL DESIGN E' UN PROCESSO

  • «Il design non è più e solo materia per pochi specialisti impegnati a coniugare, attraverso la sintesi formale dell'oggetto-prodotto, estetica e consumo. Oltre ad essere inquadrabile come un metodo dall'operatività lineare volta alla verifica di un corretto rapporto forma-funzione, oggi il design ha assunto anche i connotati di una strategia ad alta complessità mediante la quale definire, senza soluzione di continuità, il "cosa" e il "come" si affronta il progetto.»

  • IL DESIGN E' UN'IDEA

  • «L'attenzione è spostata dal prodotto all'idea che sottende, al pensiero che esprime. Dal materiale all'immateriale non deperibile: il concetto più che l'oggetto. Allo stesso tempo l'attenzione è traslata verso l'individuo, il progettista che organizza il processo e che lo immagina come risposta, anche parziale e non necessariamente risolutiva o esaustiva, rispetto ad un'urgenza.»

  • IL DESIGN E' UN RAMMENTATORE

  • «Il prodotto del processo design è rivelatore di un'intuizione. Il prodotto, industriale o artigianale che sia, non è il fine ma il mezzo attraverso il quale significare e generare senso. In questa logica, nella sua espressione contemporanea più interessante, quanto progettato deve essere rammentatore di principi, valori, concetti.»

    I designer in mostra:

    MATERIA

  • Michele De Lucchi, Tre casette
  • Michele De Lucchi, Ulivo / Libellula
  • Pieke Bergmans, Crystal Virus
  • Pieke Bergmans, Unlimited Edition
  • Michel Charlot, Mold Lamps
  • Paul Cocksedge, Black Styrene
  • Lucy Fergus, Cream Rhizostome Light
  • Daniele Lago, Soft Bench
  • Daniele Lago, Logica
  • Andrea Maragno / JVLT, Sedia Disfunzione / Sedia Parziale
  • Peter Marigold, Split Box Shelves
  • Mashallah Design & Linda Kostowski, The T-Shirt Issue
  • Jo Meesters, Pulp series
  • Liliana Ovalle, Table Stripping
  • Jens Praet + Alberto Vallesi, Kraft collection
  • Raw-Edges Design Studio, Stack
  • Raw-Edges Design Studio, Tailored Stools
  • Tjep, Shock proof
  • Laura Cahill, Book Vases
  • Diane Steverlynck, Cardboard covering


  • TEMPO

  • Enzo Mari, Putrella
  • Enzo Mari, In attesa
  • Enzo Mari, Per forza di levare
  • Barnaby Barford, André Klauser, Alexander Taylor, Wax Works
  • Laura Bethan Wood, Stain
  • Denise Bonapace, Collezione Àmano
  • Fernando Brízio, Renewable clothing
  • Dario Buzzini, Icon
  • Xaveer Claerhout & Barbara Van Biervliet, Venice
  • Xaveer Claerhout & Barbara Van Biervliet, Modest
  • Julie Krakowski, Coffee and cigarette I & II
  • Julie Krakowski, Cendrillon
  • Limite a zero, A_Mirror
  • Limite a zero, Prints Of Mathematical Processes
  • Sander Mulder, Pong clock
  • Sander Mulder, About time (con testo critico di Andrea Margaritelli)
  • Stefan Sagmeister, Lisbon billboards
  • Stefan Sagmeister, Banana Wall
  • Stefan Sagmeister, Obsessions make my life worse and my work better (video)
  • Sovrappensiero, Scented time
  • Kram / Weisshaar, My Private Sky


  • NATURA

  • Andrea Branzi, Sugheri
  • Andrea Branzi, Goccia H1
  • El & Abe - Eleanor Stevens & Anna Garforth, Mossenger
  • Hilde de Decker, Voor boer en tuinder (Far Farmer and Gardener)
  • Hilde de Decker, Antlers ("gek gewei")
  • Hilde de Decker, Waffel
  • Tomáš Gabzdil Libertiny, The Paper Vase
  • Amy Hunting, Patchwork series
  • Mathieu Lehanneur, Bel Air
  • Julia Lohmann, Ruminant Bloom lamps
  • Julia Lohmann, Kelp objects
  • Luca Nichetto, Maria
  • Bernd Oette, Orb - the grass ball
  • Daniel Rybakken, Subconscious effect of daylight
  • Jelte van Abbema, Bacterial prints
  • Sovrappensiero, Autunno
  • Ed Vince, Bag stuck in a tree
  • Anke Weiss, Bonsai Structure #2
  • Anke Weiss, Packaging light
  • Tokujin Yoshioka, Venus (video)
  • Roos Van de Velde, Eierpootjes (Egg legs)



  • Over Design Over
    Materia, Tempo e Natura nel design contemporaneo

    a cura di Marco Rainò e Andrea Margaritelli
    14 marzo - 13 aprile 2009
    Rocca Paolina - piazza Italia - Perugia


     I.
    II. 
     III.
    IV. 
     V.
    VI. 
     VII.
    VIII. 
     IX.
    X. 
     XI.
    XII. 
     XIII.
    XIV. 
     XV.
    XVI. 
     XVII.
    XVIII. 
     XIX.
    XX. 
     XXI.
    XXII. 
     XXIII.
    XXIV. 


    TOP 
    ha collaborato:
    Ahmed Najim Mahmood