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 PRIME CUP 01
 Giovani designer e PMI in Lombardia


Dal 19 al 29 giugno 2008, la Triennale di Milano e la Regione Lombardia - Direzione Generale Industria PMI e Cooperazione hanno presentato la mostra Prime Cup 01, che espone i risultati della collaborazione fra giovani designer e imprese nell'ambito del progetto Giovani Designer: progetti di ricerca applicata a favore delle Piccole e Medie Imprese lombarde.
Prime Cup nasce con l'intento di favorire l'incontro fra il mondo della produzione e il mondo della conoscenza, fra il sistema delle piccole e medie imprese e i giovani progettisti, fra la domanda e l'offerta di progettualità innovativa.

La mostra Prime Cup espone i primi risultati concreti di questo incontro, con la finalità di affiancare giovani creatività al nuovo Triennale Design Museum, mettendo in dialogo tradizione e innovazione, sapere e saper fare.
I progetti proposti spaziano da sedute a poltrone per esterni, da complementi di arredo a accessori per la tavola, da grafica e immagine coordinata a progetti di moduli espositivi.
Prime Cup consiste in un programma triennale di finanziamento di progetti di ricerca presso aziende, manifatturiere e non, orientate all'innovazione e alla sperimentazione, destinato a giovani designer.

Il progetto, che ha cadenza annuale nel triennio 2007-2009, nel primo anno ha portato alla creazione di venti rapporti diretti fra imprese e giovani designer per la realizzazione di progetti del valore di 20.000 euro (50% a carico della Regione, 50% a carico dell'impresa).

L'idea del progetto è nata dalla Triennale in seguito al censimento The New Italian Design, lanciato nell'aprile 2006 e i cui risultati sono stati presentati nell'omonima mostra, aperta dal 20 gennaio al 25 aprile 2007 presso la Triennale. Il dibattito seguito alla mostra ha evidenziato alcune problematiche nel processo di crescita e di affermazione del nuovo design: il rapporto fra imprese e giovani designer; le scarse risorse da dedicare alla ricerca; la tendenziale propensione del sistema istituzionale a non riconoscere nel giovane progettista un soggetto economico da aiutare. La Triennale di Milano ha posto queste problematiche all'attenzione delle istituzioni ed è nata la collaborazione con Regione Lombardia, nell'ambito dell'accordo programmatico che ha portato alla realizzazione del Triennale Design Museum.

L'importanza del progetto consiste da una parte nell'inserimento all'interno delle imprese lombarde del giovane progettista-designer, che può confrontarsi con progetti industriali con una particolare attenzione ai materiali innovativi, dall'altra nella possibilità per le imprese di qualificare la propria attività imprenditoriale in rapporto al design. Il bando di selezione prevedeva che i candidati fossero in possesso di titolo di laurea e/o di post diploma da non più di 5 anni e di un'età pari o inferiore a 30 anni. Ogni giovane designer può essere coinvolto per non più di due progetti in un anno e il finanziamento non è rinnovabile negli anni successivi per gli stessi soggetti e progetti. Il bando della seconda edizione sarà pubblicato a settembre 2008.

Le designer e i designer presentati erano: Bianca Baldacci, Francesca Bonfrate, Enrico Bosa, Manuela Busetti, Silvia Cogo, Luisa Lorenza Corna, Barbara Di Prete, David Dolcini, Laura Fiaschi, Andrea Garuti, Cristiana Giopato, Antonella Narcisi, Piter Perbellini, Angela Ponzini, Innocenzo Rifino, Antonella Titomanlio, Vittorio Venezia.

Le aziende proposte sono state: Arredamenti 3g, Bizzarri, Castello di Luzzano, CLAC Centro Legno Arredo Cantù, Consorzio PAC, Emmemobili, Ente Mostre di Monza e Brianza, F.lli Crippa, Gempliss, IMA Industria Meccanica, ITER, Meritalia spa, Martinis Design, Paolo Lucchetta, Posaterie, EME s.r.l., Rava Renzo, Riva Industria Mobili spa, Sampietro, SILIK, TD Diffusione, Tensoforma.

Il Comitato di Selezione era composto da: Andrea Cancellato (presidente), Silvana Annicchiarico, Paolo Busardò, Franco Cocquio, Luisa Cortese, Carmelo Di Bartolo.

Il progetto è stato realizzato da Triennale Design Museum in collaborazione con Design Innovation e con il sostegno della Banca Popolare di Milano, partner fondatore di Triennale Design Museum.

Questo è l'elenco dei prodotti in mostra:

Polipixel, progettato da Vittorio Venezia e prodotto da Meritalia.
Una superficie che sembra attestarsi nella sua natura disomogenea e spigolosa, che sembra di fatto non suscettibile di accogliere comodamente il fruitore, nasconde dentro di sé un gioco interno ed essenziale alla forma stessa, capace di spezzare l'ovvietà di un contesto di lettura già in anticipo limpido e sciolto da qualsiasi ambiguità. Si tratta del tentativo di scardinare la rigidità del rapporto forma-funzione, riconvertire sul piano progettuale il rapporto di natura semantica tra significante e significato, all'interno di una riconversione critica del passaggio immediato dalla nitidezza e dall'assoluta trasparenza della forma all'indiscutibile funzionalità dell'oggetto prodotto. Il prototipo di Polipixel è stato realizzato in strati di poliuretano tagliati a controllo numerico, con una finitura in gomma spray pensata per mantenere intatte le geometrie.

Immagine coordinata, progettata da Andrea Garuti per IMA - Industria Meccanica di Arosio.
Ideazione di brochure, sito web e pannelli per eventi fieristici. Il progetto è iniziato con l'analisi dei supporti già esistenti e con l'individuazione delle necessità comunicative dell'azienda. Il primo intervento ha visto una rivisitazione del logo aziendale aggiornandolo a un linguaggio contemporaneo, selezionati i nuovi colori di riferimento e d'identità. Particolare attenzione è stata data all'illustrazione che rappresenta i servizi che IMA offre ai proprio clienti, in modo da rendere immediatamente comprensibili i molteplici livelli di operatività e controllo della qualità che l'azienda effettua. Questo intervento ha permesso anche di dare maggiore visibilità a IMA.Ro, filiale romena di IMA che riveste un ruolo importante all'interno della strategia aziendale.

Un po', Un po' oltre progettate da Bianca Baldacci e prodotte da Aziende Agricole Fugazza.
Un po' per l'esigenza di rilanciare il consumo quotidiano di vino; un po' per applicare, anche a questo settore, il concetto di monodose; un po' per andare oltre la banale mezza bordolese, ma soprattutto perché viene dall'Oltrepo pavese. Nascono così i marchi Un po' e Un po' oltre che richiamano l'origine del vino e al tempo stesso la capacità delle due bottiglie, da 200 e 375 ml, la cui forma ergonomica è mutuata da quella del classico calice da vino, proprio per sottolineare il tipo di consumo. Il tappo a corona è imposto dal vino, un bonarda frizzante, ed è stato scelto anche per facilitare l'apertura, caratteristica essenziale per un prodotto destinato a essere facilmente consumato. Oltre allo studio della forma della bottiglia, è stata sviluppata anche l'immagine del prodotto in generale, dal nome all'etichetta, ai vari materiali comunicativi.

Calla, progettata da Francesca Bonfrate e prodotta da Martini's Design.
Calla è una poltroncina in poliuretano espanso rivestito in pelle. Il progetto è sorto dal desiderio di trovare una nuova seduta che esaltasse le potenzialità, le sensazioni tattili e visive di un materiale come la pelle, caratteristica dei prodotti Martini's, sinonimo di raffinatezza, eleganza e pregio. L'idea progettuale si è avvicinata al mondo naturale, precisamente alle forme avvolgenti, eleganti e raffinate della calla. Come il fiore, così la poltroncina è composta da un unico petalo dalla curva imbutiforme di colore bianco; questa forma avvolgente consente di ospitare il corpo umano e coccolarlo, creando intorno a sé una sensazione di protezione come una seconda pelle.

Totem, progettato da Enrico Bosa e prodotto da Posaterie EME.
L'analisi delle nuove tipologie e usi legati alla tavola, svolta con Isabella Lovero con la quale collabora, hanno reso esplicita l'idea di avere una famiglia di contenitori destinati a più utilizzi, versatili, che possano servire sia per contenere e portare i cibi in tavola che per consumare direttamente un pasto. Totem è un gruppo di contenitori multiuso, pensati per poter trovare qualsiasi collocazione all'interno della cucina, senza dover essere stipati all'interno di mobili. I contenitori, una volta impilati, formano un oggetto unico e compatto dalla forma plastica che diventa centro tavola ed elemento ecorativo. Realizzati in melammina, presentano sei toni di grigio diversi che ne facilitano l'impilabilità. Le linee di taglio inclinate ricordano le venature di un sasso.

Grow progettato da Manuela Busetti e prodotto da Emmemobili.
Il tavolo Grow è caratterizzato da espressiva sinuosità e, pur essendo simmetrico, è al tempo stesso denso di complessità spaziale. Le gambe hanno la forma di un albero, che con i suoi rami aperti sostengono il piano. Ogni gamba è composta da quattro listelli in legno multistrato, che partono da una forma rettangolare compatta (come un elemento in legno massello) per poi dividersi e aprirsi per formare i propri rami. Ciascun ramo prende una direzione e una curvatura diversa disegnando dei veri e propri alberi. La connessione delle gambe al piano avviene grazie a un particolare incastro che disegna sul piano un decoro originale. Grow è pensato per rispondere con effi cacia e carattere alle molteplici esigenze del vivere moderno, ideale sia per il pranzo che per il lavoro.

Leaves progettato da Manuela Busetti e prodotto da Sampietro.
Leaves è una poltrona da esterni composta da un tappeto di foglie di ferro che ricoprono l'intera seduta, suggerendo l'immagine di un colorato manto di foglie cadute in un bosco. Ogni singola foglia viene stampata per poi essere posizionata in ordine casuale sull'anima in tondino che compone la seduta, creando una scocca curva e avvolgente, fino ad arrivare a ricoprirla completamente. Ogni foglia viene saldata l'una all'altra creando così una struttura portante, composta da materiali resistenti alle intemperie, che la rendono adatta a un utilizzo per esterni.

Collezione Jazz Time, progettata da Silvia Cogo e prodotta da Consorzio PAC.
Mai come oggi, epoca di loft e strutture minimali, il déco ha trovato sede più appropriata e in sintonia con le architetture moderne. La pulizia delle strutture, la luminosità degli ambienti e il rigore di pavimenti e infissi costituiscono la cornice ideale per dare risalto a linee severe e materiali pregiati come la radica, la lacca, i bronzi e così via. È in questa riflessione che si colloca il progetto coordinato dal nome Jazz Time, composto da una poltrona, un divano e due tavolini in essenze lignee pregiate, ottone con diverse finiture e rivestimento in pelle. Gli imbottiti di Jazz Time si propongono con una nuova identità con delle proporzioni straniate e dei materiali di rivestimento che alterano il sapore e il chiaro riferimento al periodo déco. I tavolini della collezione sono una vera e propria opera di maestria e manifattura.

Indercil, progettata da Luisa Lorenza Corna per Gempliss.
Indercil è un'interfaccia per un nuovo motore di ricerca semantico. Il lavoro sviluppato con Gempliss ha previsto una fase iniziale di organizzazione dei contenuti e la creazione di un sistema visivo che esplicitasse una modalità differente di fare ricerca. È stata cercata una forma grafica in cui fosse messa in risalto l'informazione organizzata per relazioni. Nei mesi iniziali è stata creata una struttura circolare con una keyword al centro e una serie di concetti posizionati lungo la circonferenza, i quali appaiono raggruppati cromaticamente a seconda del tipo di relazione che li lega alla parola cercata. La quantità enorme d'informazioni reperibili ha fatto evolvere l'interfaccia verso una forma cilindrica che, grazie alla terza dimensione, consente di dividere i risultati della ricerca in piani diversi. Ogni query fornisce una serie di concetti che occupano livelli di profondità diversi del cilindro a seconda della forza del legame che li connette con il centro. Il nome Indercil deriva dalla forma dell'interfaccia, anagrammando l'inglese cilinder. Dalla riorganizzazione delle lettere, così come dell'informazione, nascono nuovi nomi e strutture conoscitive.

Allestimento inflessibile, progettato da Barbara Di Prete e prodotto da Ente Mostre di Monza e Brianza.
Il modulo proposto si adatta con flessibilità a diverse soluzioni espositive: totem segnaletici, piani che si articolano a diversi livelli per mostrare gli oggetti alle loro "altezze d'uso" quotidiane, pareti espositive con sfalsamenti percettivi che nascondono giochi luminosi o cromatici imprevisti, ma anche didascalie interattive. Poche opzioni di grande semplicità danno forma a uno stand flessibile e sfaccettato, che si articola su pieghe materiche e visive giocando con angolature e prospettive sempre diverse. Il progetto può così espandersi in box espositivi, ma può anche contrarsi in gadget che non tradiscono l'identità dello spazio.

Ara, progettato da David Dolcini e prodotto da Riva R1920.
Tavolo per interni caratterizzato dal rapporto tra il volume essenziale del piano in legno e il gioco di superfici dei due supporti in ferro, Ara propone un piano realizzato in massello di noce americano di forestazione certificata, la cui finitura è ottenuta con il caratteristico trattamento a base di cera e olii naturali. I supporti, realizzati con una lamiera di ferro grezzo da 3 mm di spessore trattata con olio, sono la rilettura di un treppiede attraverso l'uso di un unico foglio. Sia le gambe che il piano, nel loro disegno e nei loro processi di lavorazione cercano di esprimere al meglio le caratteristiche intrinseche e le potenzialità dei materiali con cui sono realizzati.

Isi_01, progettato da David Dolcini e prodotto da Rava Renzo.
Isi_01 è il progetto di un erogatore multiservizio sviluppato in una struttura modulare totemica pensata per l'ambito urbano e componibile in diverse configurazioni in grado di fornire energia elettrica a uso pubblico. La sua modularità è in funzione della pluralità dei servizi erogabili, che possono essere: erogazione di energia elettrica (uso pubblico e/o ricarica veicoli), pagamento tramite bancomat dei servizi stessi, punto informativo digitale ed eventualmente erogazione di acqua. Su di una struttura centrale in ferro vengono fissati i carter in lamiera di acciaio. Oltre a essere dotato di sorgenti luminose, la funzione di ogni singolo modulo viene comunicata mediante il colore.

Il Capo, progettato da Laura Fiaschi e prodotto da Silik.
Il Capo nasce dall'esigenza di voler utilizzare la tecnologia e il background aziendale, orientato in un gioco di stili e atmosfere che reinventano lo spazio con ironia; da questo presupposto cresce l'idea di realizzare un nuovo concept che vede la trasformazione del tavolo sulla base di aspetti emozionali e "funzionali". Il progetto diviene quindi emblema e segno trasposto, individua il capotavola con ironia e gioco, definisce l'importanza di chi siede al cospetto degli altri commensali circondato da segni ricchi e superdecorati. Una seduta e le due gambe del tavolo - realizzate con forme barocche e in color oro - si trasformano in sedute e sostegni minimali in colore bianco, per stabilire in maniera decisa e netta chi condurrà il "gioco".

Gazebo modulare progettato da Andrea Garuti e prodotto da Tensoforma.
L'obiettivo del progetto è realizzare un gazebo portante in profilato estruso di alluminio che sfrutti il sistema Texo. Il prodotto presentato è un gazebo dotato di una flessibilità unica, il cui modulo è aggregabile all'infinito. Sono previste molteplici possibilità per le aperture delle ante; diversi i tessuti sfruttabili con Texo e le prestazioni che si possono ottenere a seconda delle esigenze; autonomia energetica grazie ai pannelli fotovoltaici e ai led a basso consumo integrati nella copertura; gronde integrate per lo scolo dell'acqua piovana; pareti attrezzabili con mensole e accessori e complementi d'arredo a scomparsa.

Exmoor, prodotto da Cristiana Giopato e prodotto da Bizzarri.
Collezione di tappeti, sui quali, su uno sfondo lineare e grafico - realizzato dall'accostamento di pellami con stampe diverse ma con tonalità simili - vengono applicate delle forme naturali per amalgamare culture diverse del tappeto. Nel tappeto Exmoor lo sfondo è realizzato dall'abbinamento di due pellami stampati monocromi, inframmezzati da fasce strette con colore e texture a contrasto. Sagome di camelie in cavallino nero si affiancano a un altro fiore, rappresentato con un linguaggio più stilizzato, soltanto impunturato sulla superficie.

Woold, progettato da Antonella Narcisi e prodotta da Fratelli Crippa.
Sull'onda della contemporanea tendenza dell'ecosostenibilità, è stata ideata una linea di sedute interamente realizzate in legno e feltro, materiali naturali, caldi ed emozionali. Una struttura minimale - pulita, essenziale, sempre identica - ospita sullo schienale e sulla seduta dei pannelli in feltro, strappati al mondo della tappezzeria, dai colori più svariati e dalle insolite lavorazioni. È così che nasce il progetto Woold (wool&wood): un oggetto semplice, nella struttura e nei materiali, ma sorprendente negli accostamenti e nelle lavorazioni, che enfatizza e valorizza la sinergia nata dall'unione tra artigianalità e design.

Immagine coordinata, progettata da Antonella Narcisi per Iter.
Progetto di corporate image mirato a unificare, rinfrescare e rafforzare l'identità aziendale. Caratteri distintivi di ITER sono la molteplicità (eventi differenti; molteplicità di attori coinvolti); la partnership, lo scambio, l'innovazione e la convergenza (persone ed eventi che fanno capo al marchio ITER). Partendo proprio dal DNA dell'azienda, dalle sue esigenze e dalle sue problematiche, è stata progettata una vera e propria strategia comunicativa, in grado di avere la doppia funzione di rendere visibili e immediatamente riconoscibili i caratteri aziendali (scambio, tecnologia, innovazione) e contemporaneamente emozionare, catturando l'attenzione con freschezza e dinamicità. Nascono così il nuovo marchio ITER e il nuovo look&feel dell'azienda: piccole sfere che, ricordano il mondo della scienza e delle particelle, danno vita al logo e al linguaggio fotografico utilizzato; colori freschi e vivaci tagliano geometrie che riportano ai segni distintivi della vecchia immagine aziendale.

Modulo espositivo, progettato da Piter Perbellini e prodotto da Clac.
Il progetto nasce dall'esigenza del committente di realizzare l'allestimento di una mostra legata al concetto "dell'abitare", che riuscisse inoltre a comunicare l'eccellenza del distretto industriale della Brianza, attorno al quale gravitano la maggioranza delle aziende che hanno reso il design italiano famoso in tutto il mondo. Da questi presupposti si è cercato di sviluppare un modulo espositivo particolarmente semplice e flessibile. I vari moduli possono essere posizionati in modo differente e possono essere associati tra loro per creare una serie di configurazioni sempre diverse. Ogni modulo è stato concepito per essere "autosufficiente": può accogliere diversi piani espositivi, i binari per posizionare faretti e i pannelli per la comunicazione dei prodotti esposti.

Mr. Oscar e Domitilla, progettati da Angela Ponzini e prodotti da Arredamenti 3G.
Mr. Oscar e Domitilla sono una coppia di tavolini in ottone. La struttura è in tubolare piegato e saldato. Il piano d'appoggio è lamiera d'ottone piegata. Entrambi possono essere utilizzati come tavolini da salotto o come sgabelli improvvisati. La lamiera di Domitilla, piegata su se stessa, crea una "pancia" che ne permette l'uso anche come portariviste. Sia per ambienti interni che esterni, essi invitano a sedersi e dondolare, proprio come su di un cavallo a dondolo. I decori tagliati al laser sulle lamiere creano un suggestivo gioco di sovrapposizione e colore, specialmente se i tavolini vengono riposti l'uno sotto all'altro. Le diverse finiture applicabili al materiale rendono Mr. Oscar e Domitilla ogni volta differentemente eleganti e ironici.

Dissociazione felina, progettato da Innocenzo Rifino e prodotto da TD Diffusione.
Il progetto è una interpretazione in chiave sistemica della scultura felina, quale espressione delle capacità artigianali del produttore di lavorare i metalli. La suddivisione operata sul felino rende le parti assimilabili a cavalletti che permettono la realizzazione di una serie di tavoli. La funzionalità dell'oggetto si stempera nel suo carattere graffiante e rimane il ricordo di un vecchio gioco di prestigio.

Collezione Parliamone - Yes! -, progettata da Antonella Titomanlio e prodotto da Paolo Lucchetta.
Yes! , della collezione Paliamone, è un concetto di complemento di arredo personalizzato, per dimostrare che niente è impossibile. Faggio e cristallo, tagli laser di altissima precisione, verniciatura bianco candido, altissime le finiture. Yes! è anche una nuova tipologia di mobile che integra alla ampia libreria una comoda seduta; lusso e praticità quindi. Della stessa linea tante altre lettere per un alfabeto completo: tavoli, sedie e anche anagrammi, per leggere, comunicare e abitare in grande.

I mobili di Alice, progettati da Vittorio Venezia e prodotti da Laura Meroni Design Collection.
Arredi apparentemente convenzionali, I mobili di Alice possiedono una doppia vita: l'intarsio che evoca le linee digitali leggermente percettibili alla luce del giorno, la sera prende vita cedendo parte della luce che ha assorbito. L'effetto è un ribaltamento, un'inversione, un cambiamento di direzione, alterando la percezione scontata dell'oggetto. Il buio diventa parte del disegno, spazio da disegnare e da vivere. Arredi fresati a controllo numerico e intarsiati con resine fotoluminescenti, tracciano linee di luce che interpretano l'anima digitale di cui sono composti.


Triennale Design Museum
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Ha collaborato:
Nicola Mela