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 EUREKA! COOP. IL NUOVO DESIGN ITALIANO D'OGGETTI D'USO


Attesi ormai da alcuni anni – almeno dalla loro prima esposizione a Milano nel 2005 – arrivano in moltissime città i risultati di uno dei primi e più interessanti tentativi di positivo intreccio fra grande distribuzione ed energie creative del nuovo design italiano.
E' nata ufficialmente il 15 febbraio 2008 nell'ambito di Torino World Design Capital 2008 Eureka!, la nuova linea di "design democratico" targata Coop che ha finalmente messo in produzione alcuni oggetti di uso quotidiano trasformati da designer italiani in invenzioni pratiche, utili, esteticamente piacevoli e che, ad aprile, dovrebbero approdare – a prezzi accessibili – sugli scaffali di una selezione di punti vendita Coop in tutta Italia (circa 140).

Ma non si tratta "soltanto" di prodotti di uso, quotidiano – spesso banali ma necessari –, riprogettati in modo da divenire soluzioni esteticamente gradevoli, conformi ai concetti di ergonomia, riciclabilità e funzionalità. Si tratta soprattutto di uno dei banchi di prova più importanti offerti oggi a quel nuovo design italiano che per anni ha vissuto come incapsulato in ambiti ridottissimi, quasi marginali rispetto ai flussi e le correnti principali del "fare design" e del "sistema design" nel suo complesso.
La nuova gamma Eureka! rappresenta perciò una consistente occasione di riconoscibilità per alcuni professionisti che desiderano seriamente uscire dal ruolo ormai stretto di "promesse" ed indossare i panni più consoni di protagonisti; innovatori in grado di incidere sulle sorti del mercato produttivo italiano e non solo subirne l'ostracismo e la diffidenza.
C'è inoltre la sfida – difficilissima – nei confronti di forme consolidate di design "anonimo"; il gusto di fornire nuove prospettive di utilizzo (e quindi anche nuovi "comportamenti") ad oggetti di uso tradizionale. C'è la riflessione, l'indagine su un intorno – magari risicato – ancora impensato, su un "margine di progetto" nell'ambito quotidiano ma c'è soprattutto la sfida costituita dal popolo di "addetti ai lavori domestici" – la platea Coop appunto – poco incline, forse, a soluzioni "poetiche" e, per contro molto avvertita e propensa a soluzioni progettuali efficaci e pratiche.

Che molto della proposta – il che è forse anche una garanzia della concretezza dell'intera iniziativa – si giochi proprio sulla "tenuta" dei prodotti, lo si può leggere anche nelle tempistiche che hanno condotto Coop alla messa in produzione finale. Come segnala Domenico Brisigotti, direttore prodotto a marchio Coop «si tratta di una collezione unica nel suo genere che confidiamo incontri ora il favore dei soci e consumatori. Per noi è stata una vera e propria scommessa partita nel 2005 quando Giulio Iacchetti ci contattò per proporci uno studio progettuale su prodotti per l'uso quotidiano condotto insieme a 19 esponenti del giovane design italiano. L'idea di base che ci ha convinti è che l'estetica e il bello possano convivere con il funzionale e l'intelligente senza che ciò comporti prezzi impossibili. Un'idea sostanzialmente in linea con la missione di Coop che è impresa ma anche associazione di consumatori. Tutto ciò all'interno di un ambito merceologico con cui quotidianamente tutti noi dobbiamo fare i conti, ovvero gli articoli per la casa».

E molto impegnativa – e lungimirante – è l'interpretazione dell'iniziativa nel suo complesso data dall'ideatore e coordinatore del progetto. Come sostiene infatti Giulio Iacchetti «Lavorare con Coop ed elaborare il concetto di design democratico non è stata solo una sfida appassionante, di cui oggi vediamo i frutti, ma è soprattutto la consapevolezza di aver aperto una strada nuova per il progetto e per il design italiano».

GLI OGGETTI
In concreto la proposta presenta una gamma di prodotti di largo consumo, presenti in tutte le case. Ambito, come detto, assai insidioso e che comprende oggetti come lo sturalavandini con pinzetta per recuperare piccoli oggetti; la spugna da cucina con fessura multifunzione, che agevola la pulizia di posate e bicchieri; il guanto toglipelucchi da appendere nell'armadio; lo stendino in plastica con cappottina per proteggere il bucato da pioggia, polvere e rifiuti indesiderati. Ma fanno parte dell'ensemble anche la bacinella ergonomica da 15 litri che favorisce la presa avvicinando il baricentro al corpo così da ridurre al minimo lo sforzo durante il bucato; le mollette in policarbonato che dallo stampo escono in unico pezzo "a corolla" composto da 12 elementi; lo scopino da bagno che si riempie con liquido igienizzante, il battipanni di nuova concezione, l'assicella lavatoio utile anche quando si è in viaggio; il feltrino adesivo a dimensione variabile; la nuova interpretazione del sapone di Marsiglia.
E per ogni prodotto, determinante sembra essere stata l'esplicita e rigorosa intenzione di creare oggetti pratici, a volte multifunzionali, quando possibile utilizzando materiali ecologici e riciclabili.

I CREATIVI
Il gruppo, coordinato da Giulio Iacchetti, è formato da 12 professionisti del progetto italiani, già abbastanza affermati anche in ambito internazionale: una nuova generazione di designer costituita da Enrico Azzimonti, Carlo Contin, Lorenzo Damiani, DeepDesign (Matteo Bazzicalupo e Raffaella Mangiarotti), Odoardo Fioravanti, Ilaria Gibertini, JoeVelluto, Miriam Mirri, Matteo Ragni e Paolo Ulian.

L'IDEA, I 20 PROGETTI IN MOSTRA, IL SONDAGGIO DEI CONSUMATORI
Come anticipato è da tenere ben presente, in quanto di buon auspicio per l'iniziativa, il lungo iter che ha condotto – e finalmente convinto – Coop alla produzione dei prodotti.
L'idea risale infatti al 2005 quando il progetto è stato presentato nell'ambito del Design Week milanese. Allora i progetti furono 20 e 19 i designer. I 20 prototipi sono diventati nel marzo 2006 una mostra itinerante che ha toccato le Coop di tutta Italia: da Milano, Genova, Roma passando per Bologna, Perugia, Roma e via via fino a Bari.
L'obiettivo della mostra era far sì che soci e consumatori Coop potessero vedere dal vivo i prototipi realizzati e fossero loro a segnalare il loro indice di gradimento votando per l'uno o per l'altro. In palio la realizzabilità.
Il tour ha ottenuto un discreto successo: hanno votato più di 6000 persone a cui vanno aggiunti i voti espressi on-line sul sito www.e-coop.it. In totale circa 12.000 preferenze suddivise tra i 20 progetti allora presentati.

DALL'INDUSTRIALIZZAZIONE AL PRODOTTO
Il passaggio dalla fase progettuale alla industrializzazione dei prototipi è stato tutt'altro che banale, perché ha comportato una intensa e progressiva attività di messa a punto. Sono stati poi effettuati due test di valutazione dei prototipi nell'ottobre 2006 e nel febbraio 2007 per arrivare a una versione ottimale e definitiva.
In quest'ultima – e determinante – fase ha giocato un ruolo di primo piano l'azienda Martini spa che è stata incaricata della realizzazione prima dei prototipi e quindi dei prodotti definitivi. E quanto affermato da Fulvio Martini chiarisce abbastanza bene le problematiche connesse alla definizione ex-novo di una gamma produttiva.
«Accettare la proposta Coop di realizzare l’industrializzazione dei progetti è stato assai gratificante e stimolante, poiché non è frequente che simili sfide si ripetano nella storia di un’azienda. E' stato anche molto impegnativo: da un semplice disegno, dopo vari tentativi, modifiche, nuove soluzioni, siamo finalmente giunti alla realizzazione del prodotto finito, che ha superato ben due test ed ora è pronto per l’esame più severo: il giudizio del consumatore. Mai ci era capitato di sviluppare contemporaneamente dodici nuovi articoli, ma l’esperienza acquisita in oltre 40 anni di attività è stata determinante per conseguire l’obiettivo e realizzare prodotti che prevedono l’impiego di materie prime completamente diverse tra loro: tessuto, alluminio, materie plastiche rigide e morbide, sapone… Altro aspetto molto interessante di questa particolare esperienza è stato il coordinare il lavoro di dodici designer, acquisendo conoscenze e affinando la capacità di coniugare teoria ed estetica con pratica e funzionalità».

Si tratta dunque di una operazione cui riservare molta attenzione nei prossimi mesi ed anni.
Mediando ed incanalando creatività altrimenti riservate ad ambiti più ristretti, l'iniziativa tende infatti a scongiurare il pericolo – latente ma consistente – che grava su gran parte dei lavori realizzati nel corso del terzo millennio dai protagonisti del design emergente contemporaneo. Quella di una poetica "irrilevanza" rischia infatti di diventare la definizione sintetica più cruda – ma non per questo meno vera – della condizione professionale di molti giovani designer assai più premiati e pubblicati di quanto non siano realmente prodotti e presenti nelle nostre case. Designer ai quali, a nostro avviso, s'impone sempre più drammaticamente l'esigenza di evadere dai circuiti espositivi e/o gli ambiti micro-industriali dediti quasi al "culto" elitario di concept, quasi-prototipi, serie limitate – il panorama proposto alla Triennale di Milano dalla mostra The New Italian Design. Il paesaggio mobile del nuovo design italiano è stato uno specchio fedele, a tratti impietoso, di questa realtà – scontrandosi piuttosto con la concretezza "smagata" del tessuto imprenditoriale. E vivendo le rinunce e i compromessi annidati in questo scontro come la sola opportunità consentita – una sorta di "porta stretta" operativo/operaia – affinché i talenti e le potenzialità poetiche e critiche di ognuno possano maturare ed evolvere in capacità concrete di trasformazione del reale.


Eureka Coop - Coop Italia
www.e-coop.it

Enrico Azzimonti
www.enricoazzimonti.it
Carlo Contin
www.carlocontin.it
Lorenzo Damiani
www.lorenzodamiani.net
DeepDesign (Matteo Bazzicalupo e Raffaella Mangiarotti)
www.deepdesign.it
Odoardo Fioravanti
www.fioravanti.eu
Ilaria Gibertini
www.pyxy.it/ila/frame.html
Giulio Iacchetti
www.giulioiacchetti.com
JoeVelluto
www.joevelluto.it
Miriam Mirri
www.miriammirri.it
Matteo Ragni
www.matteoragni.com
Paolo Ulian
L'amorosa invenzione del quotidiano (intervista a Paolo Ulian)

Martini spa
www.martinispa.com

a cura di:
Umberto Rovelli

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