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 ARTIFORT


Con la presentazione della nuova collezione furniture 2004, Artifort aggiunge un altro anno alla propria lunga storia produttiva che spesso ha coinciso con eventi creativi del design del mobile europeo e mondiale.

Gli inizi di Artifort risalgono alla fine del secolo XIX. All'epoca Jules Wagemans svolgeva l'attività di tappezziere ed Henricus, uno dei figli di Jules, convertì il piccolo negozio in una fabbrica di mobili che diverrà famosa a livello nazionale.
Il nome di Artifort rifletteva le caratteristiche salienti dei suoi prodotti (Arti - che segnala una particolare attenzione al design e alle qualità estetiche del prodotto - e Fort - che sottolinea come altrettanto essenziale la durata e la capacità di resistere al tempo).

Nei primi anni di attività, gli articoli della collezione Artifort si ispirano e vengono man mano coinvolti con le tendenze allora contemporanee: la Scuola di Amsterdam, la Scuola di L'Aia e la Scuola francese dell'Art Decò. E il 1930 è l'anno di varo per alcuni progetti impegnativi - arredi ospedalieri, ristoranti e transatlantici di lusso - che vedono convolto l'artigiano, designer e fabbricante di mobili Theo Ruth a capo di ogni attività aziendale.

La fabbrica di birra di St. Servatius sul Volksplein a Maastricht, fu il primo grande magazzino di Artifort. Non solo si trattava di un grande edificio adibito allo stoccaggio dei materiali, ma anche, contemporaneamente, di una grande area espositiva, che, col passare del tempo si è venuta ampliando. Al punto che, nel 1987, l'area potenzialmente usufruibile per l'esposizione dei prodotti arrivava ad un totale complessivo di 4,500 metri quadrati.

Dopo Seconda Guerra Mondiale, nei prodotti Artifort comincia a manifestarsi uno spirito di modernità che - fino ad allora sconosciuto - diverrà caratteristica essenziale della produzione successiva. Nuovi materiali, nuove tecniche e, soprattutto, nuove idee.
Negli anni cinquanta, la collezione Artifort non solo includeva i progetti di Theo Ruth - ad es. la poltrona smontabile Congo del 1952 -, ma anche mobili creati da designers stranieri ed architetti come Gerrit Th. Rietveld - le sue uniche sedute imbottite create per il padiglione olandese in occasione dell'Expo mondiale del 1958 a Bruxelles.

Stimolata da Kho Liang Ie e dall'ambiziosa visione del direttore Harry Wagemans, la politica dell'azienda si è quindi orientata verso il mercato estero, anche perché il mercato olandese non era ormai più sufficiente per un'impresa intenzionata a specializzarsi nel design di mobili contemporanei. E designer come Pierre Paulin e Geoffrey Harcourt, insieme a Kho Liang Ie, fanno della collezione Artifort degli anni '60 un fenomeno di rilievo internazionale.

A cominciare da Pierre Paulin, sono i designer a svolgere un ruolo di consolidamento della fama e dei successi di Artifort. Paulin, nato a Parigi nel 1927, è appartenuto ad una generazione di fortunati pionieri. Geniale e fortunato perché - in un periodo in cui il design di prodotto era un territorio sconosciuto e tutto da inventare - proprio nell'azienda olandese ha l'opportunità di realizzare concretamente - da solo e con Geoffrey Harcourt - la propria visione scultorea del furniture. Si tratta di sedute di assoluto valore. Prodotti in grado di coniugare grande libertà ed estremo nitore formale, linearità e forza cromatica. Modelli di semplicità intuitiva per molti versi studiati e re-interpretati creativamente dai maestri delle generazioni successive (non è improprio infatti rilevare in molte delle sue sedute realizzate tra la fine degli anni '50 e i primi anni '70 - Orange Slice, 444 Lounge Chair, Mushroom, Spider, Tulip, High-back Concorde, Tongue, Ribbon, F598 Chair per citarne solo alcune - i prodromi della ricerca espressiva sia di grandi artefici contemporanei come Ross Lovegrove e Ron Arad che di giovani autori come Mark Robson).
Nell'intero decennio degli anni '60 i progetti di Pierre Paulin vengono più volte premiati ed inclusi nelle collezioni di vari musei - come ad es. il MoMA di New York, il Musée des arts Decoratifs a Parigi, Il National Gallery of Victory a Melbourne e l'Östereichisches Kunst für angewandte Kunst di Vienna. Nel frattempo il sistema di sedute e le lussuose poltrone da scrivania concepite funzionalmente da Geoffrey Harcourt, si adattano e si conformano ottimamente ai progetti di arredamento per uffici, aeroporti, centri conferenze ed aree pubbliche. Questo mercato internazionale - il mercato del contract ed il design per le comunità -, diventa il punto di forza dell'azienda dagli anni settanta in poi.

Attualmente, Artifort continua la produzione di nuovi modelli collaborando con designer provenienti da tutto il mondo dando all'intera collezione un'identità marcata ed un profilo caratteristico della propria modalità di approccio al design. E ogni volta, col passare degli anni, Artifort presenta una collezione diversa che comunque mantiene un "quid" particolare e distintivo in grado di riflettere lo stile caratteristico ormai storicamente riconosciuto a livello internazionale.

Oggi nella produzione Artifort, le morbide sculture colorate di Pierre Paulin rappresentano una vetta creativa forse insuperata, ma, sempre nel segno di un'ispirata e morbida linearità, la nuova collezione 2004 (unitamente alle produzioni 2003 di Michiel van der Kley - la seduta Dive, il divano Isobel e il tavolo Sumo -, Bert van der Aa - il contenitore Kast 01- e Rene Holten - i divani Mare e Ondo - in mostra al recente Salone del Mobile di Milano -, offre comunque solidi esempi furniture di sobria, rara eleganza derivati dal contributo creativo di importanti designer come Patrick Norguet, Ashley Hall, Matthew Kavanagh e Khodi Feiz.

Anche oggi Artifort conserva così invariata la propria consolidata strategia produttiva incline a cedere ai designer importanti per consentire loro di disegnare liberamente i mobili. Scegliendo di progettare non da ovvi punti di partenza bensì rivoluzionando e rinnovando l'approccio alla ricerca di un efficace mix di forma, bellezza e funzionalità. Arrivando a realizzare progetti di alta qualità sia per la casa che per il contract.

Al Salone del Mobile di Milano 2004 Artifort ha presentato:
per le sedute Little Apollo - versione ridotta e dining room del "grande" Apollo (2002) - e Boson - sedia perfetta per comodità e disegno, realizzata con spessori ridotti di materiale sintetico dal forte impatto visivo il cui obiettivo è creare una nuova e semplice tipologia di seduta - entrambi su progetto di Patrick Norguet;
per i divani la collezione comprende: Bono - una moderna interpretazione della classica poltrona con linee geometriche in armonia con la sua funzionalità progettate da Ashley Hall e Matthew Kavanagh - e Lex - poltrona assai funzionale dal profilo nitido ed essenziale di un design minimalista - creato ancora da Patrick Norguet;
abbastanza inconsueta ed innovativa è infine la proposta living 2004 di Extens - contenitore di nuova concezione dalla forte immagine e struttura in cui gli elementi angolari in alluminio vengono uniti al legno dei pannelli mediante tecniche avanzate di incollaggio - disegnato da Khodi Feiz.

Artifort
Postbus 115
NL - 5480
AC Schijndel - Nederland
www.artifort.com


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ha collaborato:
Maria Angeles
Fernandez Alvarez

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