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 DESIGN BRASILIANO. CREATIVITA' E AUTOPRODUZIONE
 Intervista a Leonardo Massarelli - Nó Design


Nell'era dell'informazione - e di Internet in particolare - si assiste, forse per la prima volta, al declino dell'informazione unilaterale, all'affievolirsi del prestigio e delle capacità persuasive di sistemi di comunicazione che non siano in grado di interagire con gli utenti. E' una tendenza, e nemmeno troppo marcata, tuttavia è innegabile che, nelle società complesse stia oggi maturando l'occasione per un ripensamento nei confronti di approcci al mercato ottusamente "globali". Ed esasperando - ma non troppo - un trend che è solo in nuce, si potrebbe affermare che la stessa "dittatura dello spettatore" vista a La Biennale di Venezia 2003 stia divenendo la "regola" produttiva di chiunque intenda lanciare propri prodotti in una realtà costituita da mercati sempre più segmentati e caratterizzati.
In tale contesto il designer - ricettivo, anticipatore, persuasivo,… - può assumere anche il ruolo strategico di leva evolutiva dello stesso approccio produttivo aziendale. In primo luogo re-inventando la relazione designer/azienda. E ciò può avvenire sia ricercando uno stretto coinvolgimento fra esperienza progettuale e produttiva, sia attraverso una ri-elaborazione in chiave etica della pratica progettuale, coinvolgendo quest'ultima in un processo creativo responsabile

A pochi anni dalla fondazione, il gruppo Nó Design - Flavio Di Sarno, Leonardo Massarelli, Márcio Gianelli e Pablo Casas - ha intrapreso sia la via dell'autoproduzione sia quella della rielaborazione concettuale del progetto di design, inteso come atto creativo che si determina ed interagisce a partire da ed all'interno di un ambiente.
Con Leonardo Massarelli abbiamo cercato di approfondire queste tematiche alla luce di alcune esperienze progettuali promosse recentemente dal gruppo.


Nó Design progetta in diversi settori del design system, realizzando prodotti spesso caratterizzati da una pronunciata versatilità. Oggetti che, ammettendo differenti usi, sembrano rinunciare ad una forma rigidamente predeterminata in favore di una mutevolezza morfologica che ricorda da vicino quella del mondo animale, della biologia...
Più che rispondere ad una funzione specifica, riteniamo che un oggetto debba in primo luogo tentare di interagire con lo spazio in cui si inserisce, determinando un ambiente che con continui interscambi cerca di auto-regolarsi, come avviene in un ecosistema. Per questo motivo la biologia è una nostra costante fonte di ispirazione e lo studio dei sistemi naturali è solitamente uno dei punti da cui partire per la creazione di un oggetto.

E' il caso ad esempio di oggetti come le lampade Água Viva e Traqueia...
La forma di Água Viva è chiaramente ispirata al corpo molle e luminoso di alcuni animali marini. Una forma non completamente "determinata", in grado di adattarsi a diverse superfici e situazioni - ad esempio può essere usata sia come lampada direzionale sia come oggetto decorativo e "magico"… Traqueia invece è il risultato di una ricerca sui materiali conciliata con lo studio dei sistemi naturali. E' formata da anelli e la sua incostanza dimensionale - può variare tra i 15 cm e i 2.5 metri -, le consente numerose configurazioni che amplificano sia la sua capacità di integrazione con lo spazio e gli oggetti che la circondano, sia la variabilità luminosa propria dell'oggetto - se chiusa sprigiona una luce molle attraverso le estremità traslucide, se aperta la luminosità riflessa e propagata dal materiale risulta di intensità molto più elevata.

Tra i vostri più recenti progetti Mariposa rappresenta un'ulteriore tappa della vostra ricerca sul senso dell'interattività e della multifunzionalità dell'oggetto...
E' vero. Questo progetto di "ibrido" seduta/valigetta è la trasposizione mediata di un processo biologico affascinante, misterioso eppure notissimo: l'emersione di una farfalla dal bozzolo. Per trovare soluzioni pratiche ed innovatrici alle esigenze di versatilità che emergono nella società contemporanea occorre ancora riflettere sulla natura, sui suoi processi, sui suoi metodi. Con Mariposa abbiamo cercato di ottenere un'estrema compattazione dell'oggetto mantenendo comunque uno spazio interno utilizzabile per gli effetti personali. E il fatto che l'oggetto sia portatile non compromette l'ergonomia della sedia...

Quindi un oggetto con una perfetta doppia funzionalità...
E' vero, anche se così si coglie solo una parte delle intenzioni progettuali… Per noi ogni oggetto non deve dare solo una risposta a determinate esigenze, non si esaurisce nel suo uso e, quindi, nemmeno in un suo eventuale doppio utilizzo. Nel progetto i requisiti di funzionalità sono certamente importanti, ma dovremmo anche cercare di intuire come possano essere tempi e modalità del suo non-uso. In un ambiente un oggetto esplica la propria funzione solo per una breve parte della sua vita, per questo il progetto non deve limitarsi all'uso statico dell'oggetto ma comprendere anche l'utilizzo dinamico: in questo senso progettare il non-uso di un oggetto significa cercare di renderne più semplice l'utilizzo in diversi contesti. Nel caso di Mariposa, una seduta che consenta un'agevole portabilità e che non occupi più spazio di quanto sia necessario; in grado di interagire con l'ambiente, sia quando viene usato sia quando è lasciato in un angolo...

In maniera analoga oggetti anche molto semplici come Buraco negro diventano un'occasione di interazione con lo spazio domestico...
Proprio perché riteniamo che siano gli oggetti a dover seguire le modalità di comportamento di chi li usa, cerchiamo di realizzare progetti multifunzionali ed interattivi, in grado di intercettare l'evolversi dei bisogni umani. Con Buraco negro abbiamo cercato di dare una risposta alternativa, divertente e giocosa alle esigenze di organizzazione dell'ambiente domestico. Il tutto a partire dalla semplice forma di un disco sottile che, evitando spazi inattivi, prende forma nel momento in cui viene utilizzato. Il suo corpo elastico e la sua forma è in costante mutazione; quando non è utilizzato può essere appeso oppure portato come una borsa...

Cosa significa per voi progettare e creare in una realtà culturale emergente come quella del design brasiliano...
Più che sviluppare prodotti con connotati, anche inventivi, ma di superficiale brasilianità, le nostre creazioni cercano di inserirsi in una realtà profondamente locale. Rispecchiano le nostre ricchezze - la creatività, i materiali, i colori - e le nostre povertà - ad esempio le soluzioni adottate con risorse limitate. La riutilizzazione dei materiali scartati, l'uso delle parti industriali originalmente realizzate per altri scopi e la razionalizzazione dei metodi produttivi sono alcuni dei metodi che abbiamo individuato per dare vitalità ed autosufficienza agli oggetti, rendendoli compatibili con la nostra realtà.

Come nel caso di Linha Atropelados, forma a molteplici valenze funzionali ricavata dal semplice taglio di un pneumatico...
Questo progetto parte da un'idea di riuso degli pneumatici, che costituiscono tuttora un problema per le grandi città. In Brasile si producono circa 35 milioni di pneumatici all'anno - oltre ad un elevato numero di copertoni ricostruiti che ne prolunga la vita del 40%. Una volta logori questi materiali spesso finiscono nelle discariche, lungo i fiumi, lungo le strade principali, o persino nei cortili delle case dove, raccogliendo acqua, attraggono insetti in grado di trasmettere malattie. Copertoni e camere d'aria consumano circa il 57% dalla produzione di gomma nazionale, di conseguenza il loro riutilizzo è un modo per trarne vantaggio senza contribuire all'aumento estrattivo e alla produzione di ulteriori scarti. Lo stesso progetto di questa linea nasce dal taglio in cinque parti uguali del copertone che evita sprechi di materiale. Crediamo che l'idea di puntare al riuso di questo materiale attraverso il design possa determinare come risultato un prodotto sociale che associa creatività, creazione di reddito, formazione ed educazione ambientale per molte comunità bisognose del paese.

Nó Design
Flavio Di Sarno, Leonardo Massarelli, Márcio Gianelli e Pablo Casas
Rua Horácio Lane 79 - subsolo, Villa Madalena, São Paulo - SP, Brazil
www.nodesign.com.br
nodesign@nodesign.com.br

ZonaZero
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zona0@zona0.com.br

Arredamento
www.arredamento.com.br
arredamento@arredamento.com.br


Ulteriori informazioni sul volume antologico di IdeaMagazine.net


Da maggio 2011, il testo della presente intervista è disponibile anche in versione cartacea nell'antologia Interviste sul progetto. Dieci anni di incontri col design su IdeaMagazine.net recentemente pubblicata da Franco Angeli nella Collana ADI - Associazione per il Disegno Industriale.
Compresa la presente, nel volume sono raccolte 30 interviste – pubblicate on line dal 2000 al 2010 – che offrono al lettore un interessante resoconto «fenomenologico» su tre ambiti operativi della cultura del progetto assai poco frequentati dalla «comunicazione» sul design: il «nuovo» design italiano, il progetto in Toscana, il design al femminile.

Interviste sul progetto.
Dieci anni di incontri col design su IdeaMagazine.net

Umberto Rovelli (a cura di)
Franco Angeli - Milano
Collana ADI - Associazione per il Disegno Industriale
1a edizione 2011 (Cod.7.8) | pp. 264
Codice ISBN 13: 9788856836714

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A cura di: 
Umberto Rovelli 

 IM Book 
Da maggio 2011 è disponibile il volume antologico «Interviste sul progetto. Dieci anni di incontri col design su IdeaMagazine.net» in cui è stata inserita questa intervista
I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
VII.
VIII.
IX.
X.

ha collaborato:
M.Angeles Fernández Alvarez
Elena Granchi





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