OH! NIRICA. QUANDO I SOGNI INCONTRANO LA MATERIA | OTTO LUOGO DELL'ARTE |
|
Ugo Marano / Sedia del pensiero - seduta / 1986 / COLL. MEGALOPOLI |
Sedia in ferro con sedile in mosaico (cm 185x200)
Ugo Marano. Scultore, nato all’inizio degli anni Quaranta, si avvicina all’arte della ceramica intorno alla fine degli anni Sessanta frequentando la manifattura ceramica vietrese «Ri.Fa.» di Matteo Rispoli. Nel 1971 Marano avvia il «Progetto Museo Vivo» al fine di modernizzare la tradizionale produzione della ceramica vietrese. Superando il concetto di funzionalità dell’oggetto ceramico realizza opere dal titolo «Egostrumenti», «Antipavimento» e teorizza l’«Antirestauro». Nel 1979 apre la «Fabbrica Felice» che lui stesso definisce: «architettura di lavoro in cui si sviluppano attività espressive sul principio della realizzazione individuale e collettiva». Negli anni Settanta/Ottanta, nel suo studio di via Casa Forte 16 a Capriglia in provincia di Salerno, Marano abbandona definitivamente il concetto di oggettualità della ceramica e considera la realizzazione dell’opera quasi esclusivamento come elemento comportamentale facendo così dell’argilla lo strumento espressivo più versatile a sua disposizione. All’inizio degli anni Novanta Ugo Marano completa il suo iter artistico con il progetto, al quale partecipano la moglie Stefania Mazzola e il figlio Paolo, il Museo delle 99 Terre la cui prima operazione si realizza nel 1992 con la creazione del gruppo dei «Vasai di Cetara» una comunità di allievi ceramisti in continuo mutamento il cui scopo è: «aprire in ogni angolo della terra una fornace, anche domestica, di libertà e comunicazione» |
|
|