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 EXIT'80. LE CERAMICHE DEGLI ANNI '80 PRODOTTE E REALIZZATE DA ALESSIO SARRI

Il gotha del design e delle arti plastiche è stato ed è davvero di casa nel laboratorio di Alessio Sarri dove – con splendide realizzazioni di design ed alto artigianato –, da oltre trent'anni si sperimenta un utilizzo veramente innovativo della ceramica. Ettore Sottsass Jr., Matteo Thun, Adolfo Natalini, Natalie Du Pasquier, Alessandro Mendini, Jasper Morrison, George Sowden, sono solo alcuni tra i designer che hanno collaborato con il ceramista sestese noto nel mondo per la peculiare capacità di «esprimere» il linguaggio della contemporaneità attraverso uno dei materiali più tradizionali dell'area fiorentina.


Anche per la biografia di Alessio Sarri si può parlare di «figlio d'arte». Provenendo infatti da una famiglia di ceramisti, si interessa assai precocemente, nel laboratorio del "babbo" a Sesto Fiorentino, a quel materiale così peculiare e «magico» che è la ceramica. Diplomato alla Scuola d'Arte di Firenze, inizialmente Alessio si dedicò al Teatro e alla Danza – tra il 1979 e il 1982 –, ma ben presto gli capitò di incontrare alcune tra le più interessanti figure del mondo del design e la sua vità ebbe quella che si potrebbe definire una decisiva svolta.

In quegli anni della «prima Memphis», Matteo Thun frequenta assiduamente Montelupo Fiorentino dove intende realizzare le proprie collezioni di ceramiche. Insoddisfatto dell'interpretazione che veniva data alla sua poetica progettuale, si rivolge ad un ceramista di Sesto Fiorentino – amico di Alessio – il quale, visti i progetti di Thun, pensa che l'unico ceramista in grado di realizzare certe «follie» possa essere un altro «pazzo». E così gli presenta Alessio Sarri.
Il primo prototipo che Sarri realizza per Matteo Thun è una «oliera» (venne pubblicato sul n° 129 di Casa Vogue dell'aprile 1982). Non era altro che un collage dei pezzi di ceramiche delle lampade realizzate dal padre, ma rispettava pienamente il progetto di Matteo. Non è mai esistito lo stampo di questa oliera.
Nel 1981 comincia a realizzare i primi prototipi, forme e modelli della collezione Rara Avis disegnata da Matteo Thun e composta da 16 pezzi.
Questi piccoli capolavori, realizzati al limite del possibile per la ceramica, furono presentati nella mostra Memphis '82 a Milano.
La presentazione diventò un vero e proprio evento in quanto la collezione arrivò con un'ora di ritardo dall'inaugurazione: la stanza era gremita di visitatori e giornalisti che perplessi osservavano un immenso tavolo vuoto. All'arrivo della tanto attesa collezione si determinò una performance involontaria: Alessio e altri amici di Thun cominciarono ad andare avanti ed indietro dall'ingresso portando le ceramiche e posizionandole sull'immensa tavola che un po' alla volta cominciò a riempirsi. Certo che, se per il pubblico quella serata fu una riuscitissima performance – tra l'altro tipica degli anni '80 –, per Matteo Thun rappresentò solo agitazione e preoccupazione.

Nonostante tutto il rapporto fra Thun e Sarri proseguì per diversi anni. E proprio la sera di Memphis '82 Sarri incontrò Ettore Sottsass. Lui si soffermò ad osservare quegli oggetti così arditi, ed in particolare i coperchi e gli incastri. A un certo punto disse: «... è da qui che si vede l'ottima lavorazione». Da quel giorno, e fino alla sua recente scomparsa, Ettore Sottsass ha prodotto le sue opere in ceramica presso il laboratorio di Alessio Sarri.

«Il motivo per cui accettai di realizzare quei progetti era la dinamicità che ogni pezzo aveva dentro. Scoprii in quelle nuove forme un'innovazione che non avevo mai visto in nessun oggetto in ceramica prodotto fino a quel momento». Così racconta questo periodo Alessio Sarri che all'epoca non era cosciente di quanto gli stava succedendo, ma sapeva di doverlo fare perché percepiva una corrispondenza tra il suo pensiero e quanto ritrovava in quegli oggetti: bisognava lasciarsi andare ad un'assoluta assenza di schemi e riferimenti.
Le ceramiche realizzate da Sarri per Memphis hanno traslato in tre dimensioni quanto era stato fatto sui decori per la Abet Laminati: un'esplosione di colori e di forme che mai si erano viste nel design sino a quel momento.

Nel 1984 Alessio Sarri inaugura il suo laboratorio ed inizia la sua produzione con la collezione Centri Tavola. In quegli anni realizzò la collezione Tendenze, oggi marchio di proprietà della Alessi. In questo progetto lavorò a ceramiche disegnate da Alessandro Mendini, Ettore Sottsass, Daniela Puppa, Franco Raggi, Riccardo Dalisi, Michele De Lucchi e tutti gli altri protagonisti che scrissero la storia del design di quegli anni eroici.
Per Ettore Sottsass, nel 1987, Sarri ha curato la produzione della collezione Indian Memories, nell'89 per Anthology Quartett ha lavorato al progetto di Marcello Panza.
Sono della fine degli anni '80 le collezioni di Vasi e Centri Tavola disegnati da Nathalie du Pasquier, George Sowden, Stanley Tigerman, Alessio Sarri.

Si chiude una stagione. Ed è incredibile parlarne oggi avendone vissuto – almeno in parte – i momenti cruciali. Sono trascorsi oltre vent'anni ed il mondo del design si è ormai trasfigurato in qualcosa di irrimediabilmente differente, in cui non sembra esserci più spazio per questo genere di avventure...
Almeno in Italia, purtroppo...


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Alessio Sarri. Da una famiglia di ceramisti sestesi Alessio Sarri si diploma in pittura all'Istituto d'Arte di Porta Romana a Firenze, occupandosi precocemente di ceramica. I primi approcci al materiale sono l'occasione per cercare un proprio linguaggio. Ma è attraverso l'incontro e la collaborazione con il designer Matteo Thun, che Sarri intuisce una direzione innovativa e sperimentale del «fare ceramica» in cui convivano sia i connotati del multiplo d'arte sia quelli della serialità industriale. A tale collaborazione risale la collezione di vasi Rara Avis in cui, sondando soluzioni espressive innovative ed impegnative, Sarri avvia quella che sarà la ricerca di una vita: indagare la multiforme e profonda «verità» di un materiale dalle tradizioni antiche e radicate nella cultura locale. Un percorso costellato sia da progetti personali – sue sono le leggerissime forme delle caraffe Beatrice e Berenice premiate nel 1998 all'International Ceramics Competition di Mino, in Giappone – sia lavorando su progetti altrui come, ad esempio, i Vasi di fiori di George Sowden e Natalie du Pasquier, e le teiere Cardamon - della serie Indian Memories – Basilico e Lapislazzuli, il centrotavola IAZD, i contenitori Gold Star, Ur e Samarra, tutti insieme frutto della salda e fortunatissima collaborazione con Ettore Sottsass jr. che, in tre decenni, ha condotto Sarri a ricercare soluzioni al limite delle possibilità stesse della ceramica. Peculiari – ma non esclusive dei lavori di Sottsass –, sono le scelte di rara intensità che Sarri ha adottato per smalti e pigmenti; tonalità «primarie» forti e piatte, in grado di porre nettamente in risalto il disegno elementare e geniale del padre delle avanguardie plastiche. Colori senza sbavature o incertezze che divengono parte integrante di ceramiche realizzate su progetti di Friedman, Natalini, Mendini, Tigermann, Morrison e – naturalmente – dello stesso Sarri che, interessato a sviluppare la propria poetica, continua a realizzare oggetti ricercati e preziosi - vassoi, caraffe, oliere, orologi, fruttiere. Oggetti pensati sì per l'uso quotidiano ma dotati anche di una tale provocatoria forza espressiva da costringere chiunque ne fruisca a ripensare il proprio atteggiamento nei confronti dell'oggetto di ceramica e ad apprezzare la profonda dignità di un materiale attualmente assediato dalle caricaturali banalizzazioni dei trend di mercato.


Giuseppe Di Somma. Nel 1983 è tra i fondatori del gruppo Syntax Error che si occupererà di design moda e multimedialità, negli anni seguenti amplia l'interesse verso l'architettura d'interni, case private, uffici e negozi, industrial design, grafica pubblicitaria e web. Insegna dal 1990 come cultore di materia nel corso di arredamento del prof. Remo Buti all'Università d'Architettura di Firenze. E' art-director per l'immagine dell'azienda Romanini nel settore della calzatura. Progetta scene architettoniche per spettacoli teatrali Macchine di Bosco, sigle televisive, CD rom, web. Per 15 anni allestisce vetrine in vari negozi, tra questi Poker in Firenze di cui è stato uno dei progettisti. Disegna texture per tessuti e altre superfici: Nichibei Co. Ltd. Tokyo Japan, L'Oca Nera, Skat. Arreda negozi a Milano – Teras, Vierre Via Montenapoleone –, Parma – Abu, Graffio –, Firenze – Poker, Betty Boop il baristorante ispirato al mondo dei cartoons, gli uffici di Progetto Arte Editalia Zecca dello Stato –, Montecatini – Gioielleria Morganti, Bazaar – Lugano – Steps. Ha ricevuto vari riconoscimenti e targhe: mostra Reggi-Secolo, mostra Triveneto, concorso Young&Design, consorso Tokyo Frontire Ass. Ha esposto negli spazi della Foundation Joan Mirò - Barcellona, Metropolitan Art Museum - Tokyo, Accademia Italiana - Londra, Palazzo della Triennale - Milano, Centre Pompidou-Parigi, International Expo - Seoul, Istanbul, New York, Museo d'Arte Contemporanea - Rio de Janeiro. Tra i suoi clienti: Romanini, Bertocci bathroom, Alessi, Perry Ellis America, Crunch New York, Nichibei Co. Ltd. Japan, Oceano Oltreluce, Aquilonedue, Steel molteni&molteni, Skat.

www.giuseppedisomma.it


testo: 
Giuseppe Di Somma 

Il testo riportato – con parziali modifiche rispetto all'originale – è stato redatto dall'autore in occasione della mostra Exit '80, curata da Giuseppe Di Somma in occasione del Salone del Mobile 2004 negli spazi di Sottocorno9 Studiogalleria dal 14 al 18 aprile 2004. L'esposizione era dedicata ai lavori in ceramica di: Nathalie Du Pasquier, Alessandro Mendini, Marcello Panza, Franco Raggi, Alessio Sarri, George J. Sowden, Ettore Sottsass, Matteo Thun e Nanda Vigo.
Adriano Baldanzi e Alessandro Novelli
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ha collaborato:
Umberto Rovelli




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