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 DISEGNO INDUSTRIALE - DIID


Disegno Industriale (diid: disegno industriale - industrial design) è innanzitutto, come afferma il direttore Tonino Paris, "una rivista da leggere e non solo da guardare". Edita da Gangemi, la pubblicazione, dopo 7 numeri a periodicità trimestrale, approda in questi giorni alla sua seconda uscita bimestrale. Costola cartacea del Corso di laurea in Disegno Industriale dell'Università La Sapienza di Roma - diretto dallo stesso Paris - DIID si propone di colmare, riuscendovi pienamente, una carenza di indagine teorica, sperimentale, di ricerca e formativa sul design che ormai contraddistingue in modo strutturale l'attuale pubblicistica di settore italiana.

Ma prima che rivista "romana" DIID intende essere rivista nazionale a tutti gli effetti; punto d'incontro e agorà volta ad ospitare i contributi - professionali e didattici - di tutto il migliore design italiano. A riprova di tale impegno è sufficiente scorrere i nomi dei membri del coordinamento del bimestrale: elenco nel quale troviamo infatti, oltre a Massimo D'Alessandro, Simonetta Lux e Mario Morcellini (La Sapienza, Università di Roma), Francesco Cellini ed Eduardo Vittoria (Università di Camerino), Sergio Polano (IUAV di Venezia) e Vanni Pasca (Università di Palermo).

Sin dai primi numeri, DIID appare una rivista non strettamente focalizzata su un "sapere" riconosciuto quanto piuttosto interessata alla riflessione teorica e alla definizione dello scenario attualmente aperto al designer. Professionalità e disciplina - ibrida, mutante, multiversa - che può oggi rivolgersi ad uno spettro di "ambiti dell'artificio" - e di relativi "oggetti" - sempre più vasto e diversificato: dal "quasi-immateriale" delle nanotecnologie, al "quasi-naturale" degli OGM. La rivista è quindi interessata in primo luogo alla "definizione" di un intorno operativo e concettuale che, probabilmente, implica e comporterà quasi necessariamente la "creazione" di un'area di incontro fra culture del progetto (sono previsti nel prossimo futuro numeri monografici dedicati al design asiatico e al design latino americano). Una panoramica affascinante e forse contraddittoria di un territorio di conoscenze e competenze sempre più "meticciato"; dai confini sempre più labili e ambigui. Confini che la crescente globalizzazione - ben al di là dell'epidermica uniformazione di stili e tendenze - ha contribuito a rendere più incerti ed insicuri. In tal senso le scelte redazionali di "riduzione" degli argomenti trattati per ogni numero e anche lo "slittamento" dalla letteralità iconografica proposto nella sezione principale - Opening - testimoniano sia della profonda serietà dell'approccio agli universi molteplici del sistema design, sia della sincera passione e tensione comunicativa di uno staff impegnato anche sul fronte della veste grafica - le apprezzabili cover fin qui realizzate - e dell'impaginato, fino ad oggi mantenuto asciutto ed essenziale.

Come detto in ogni singolo numero viene affrontato un argomento centrale del dibattito sul design, attraverso un'indagine teorica che si sviluppa nella sezione Opening, ed esamina questioni che aiutano a comprendere le relazioni del design con la contemporaneità. Più precisamente tra gli oggetti e i contesti; tra l'innovazione tecnologica e la progettazione; tra i prodotti immateriali e i nuovi bisogni; tra l'interazione e l'utilizzazione dell'artefatto industriale e ancora le relazioni tra l'estetica di un sistema di prodotti e la teoria che ne sostanzia la progettazione; tra l'etica del consumo e la sostenibilità ambientale.
La rubrica Lente di ingrandimento fornisce invece un contributo di approfondimento analitico e critico sui prodotti che hanno fatto la storia del design o su quelli che per il loro contenuto emblematico si propongono di farne parte.
La rubricheYounGeneration e Designer presentano, rispettivamente, i profili e il lavoro di progettisti emergenti ed affermati, per indagarne i modi di interpretare un'attività sempre in equilibrio fra l'espressione artistica e il mestiere.
La rubrica Azienda, esamina le strategie produttive, i mezzi impiegati da imprese particolarmente avanzate e attente all'innovazione dei loro prodotti. Le aziende analizzate nei numeri precedenti sono state: Magis, Kartell, Luceplan, Ferrari S.p.A., Nike, Ikea, Bang & Olufsen (n° 9).
Infine, la rubricaScuola - termine adottato nei primi otto numeri e in seguito denominata Formazione e ricerca - illustra l'offerta formativa delle scuole di industrial design di maggior prestigio, le loro tradizioni, le loro specificità, il loro sistema di relazione con il mondo produttivo.

DIID viene distribuita gratuitamente a tutti gli studenti del Corso di Laurea in Disegno Industriale de La Sapienza e dunque si avvale di un pubblico di giovani che senza dubbio non potranno far a meno di apprezzare i prodotti in essa trattati, oltre che di un pubblico scelto di settore.
DIID ha una tiratura di 10.000 copie ed è presente nelle librerie Feltrinelli e nelle migliori edicole, in Italia, Usa e Canada. È conosciuta e distribuita nelle principali Università italiane: Roma, Napoli, Palermo, Milano, Firenze, ecc.



High Technology 9/04
Un confronto sui temi dell'innovazione nelle differenti aree disciplinari, che concorrono alla progettazione di prodotti ad alto contenuto tecnologico.
Stefano Marzano, Carlo Massarini, Steve Mann e Chris Aimone, Michele Emmer, Spartaco Paris.
The Bra | Reggiseno Prodotto fashion di grande consumo, espressione di alta ricerca tecnologica nella selezione dei materiali e nei processi produttivi.
Federica Dal Falco, Carlo Martino.
OGM | GMs
Gli organismi Geneticamente Modificati: prodotti di processi industriali e nuova frontiera dell'innovazione.
Loredana Di Lucchio, Fabrizio Rufo, Benedetta Mattei.
Issey Miyake
Un interessante modo di riconsiderare il rapporto dell'abito con il corpo e di introdurre materiali, tecnologie, processi produttivi nuovi.
Elda Danese.
James Auger - Jimmy
Giovani designer interpreti dell'innovazione tecnologica, come strumento di trasformazione della quotidianità ed occasione di espressione creativa.
Lucia Pietrosi
Bang & Olufsen
Innovazione tecnologica e prestazionale per un immaginario rarefatto, minimale e high tech.
Sabrina Lucibello
Interaction Design Institute Ivrea
La scuola dell'interazione: imparare facendo.
Ombretta Giovannini




Luxury 8/04

Design & Design 7/03

Ethnic & Technical 6/03

Ready-Made 5/03

Ethics plus 3/4/03

Less is More 2/02


a cura di: 
Gabriella Masiello 

I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
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