GUFRAM / SALONE INTERNAZIONALE DEL MOBILE MILANO 2006 |
La qualità della storia di Gufram è racchiusa nella collezione: una serie di pezzi realizzati in poliuretano schiumato a freddo, in cui è si è sedimentato un percorso creativo avviato alla fine degli anni Sessanta, circa 15 anni dopo la fondazione dell'azienda, che risale al 1952.
Oggi questi pezzi, che Gufram continua a riproporre sotto l'etichetta I Multipli (e di cui ricordiamo Pavèpiuma, Sassi e Massolo – di Piero Gilardi –, Torneraj, Puffo e Pratone – di Giorgio Ceretti, Pietro Derossi e Riccardo Rosso –, Bocca – di Studio 65 –, Cactus – di Guido Drocco e Franco Mello –, le collezioni Babele – di Gianni Pettena –, Mozza – di Giuseppe Raimondi – e Wimbledon – di Giorgio Ceretti, Pietro Derossi e Riccardo Rosso) sono accolti nei principali musei di arte contemporanea e design del mondo.
Dal 1978 l'azienda ha iniziato a operare anche nel settore del contract, con risultati significativi, riversando nei suoi allestimenti su misura una cultura fatta di ricerca, di innovazione formale, di continua sperimentazione di materiali nuovi. Significativi sono l'allestimento del Teatro d'opera degli Arcimboldi a Milano, il Teatro Regio e l'Auditorium RAI a Torino.
Dall'inesauribile archivio di oggetti di cui Gufram dispone e che testimoniano lo spirito con cui l'azienda operava negli anni '70, sono stati recuperati e rieditati per l'occasione due prodotti significativi che hanno conservato tutta la loro carica di ironia e trasgressione.
Sfera è un progetto del 1972 dell'artista Piero Gilardi in cui una sfera morbida si presenta come un gioco di specchi che dal basso osserva e ammicca ma quando diventa invadente può essere presa a calci e allontanata.
Un contrappeso all'interno ne determina sempre il ritorno nella giusta posizione. Sfera è prodotta in poliuretano in stampo a freddo e verniciata in Guflac color argento.
Progettata nel 1975 da Angelo Cusimano, la seduta Formico si presenta come naturale evoluzione di una serie di poltroncine denominate Le Formiche per la loro semplicità e aspetto formale che si rifacevano alla natura e al trasferimento da questa ad oggetti di uso quotidiano (periodo storico in cui in Gufram nascevano oggetti natura in formato gigante come rappresentazione esasperata ed artificiale della realtà) venne prodotto in pochi esemplari ed oggi riproposto con una riedizione perfettamente identica all'originale.
La semplicità del progetto nulla toglie all'impatto visivo in cui i braccioli sono intesi come le antenne delle formiche mentre lo sviluppo in altezza dello schienale ne ingigantisce la presenza e ne determina il nome come elemento dominante della famiglia delle piccole formiche.
Il sistema divano Softcrete, come commenta lo stesso designer Ross Lovegrove, trae ispirazione dal lavoro dell'architettura minimalista. In particolare "dall'eleganza scultorea del cemento che caratterizza i lavori di Tadao Ando, nel quale armonia e linearità convergono in modo discreto".
Questa classica associazione di materiali e forme tecnologiche, sobria e auto-organizzante, permette di ottenere un'affermazione formale insieme a un tangibile calore umano.
Della precedente produzione ricordiamo anche la poltrona relax Alvar di Giuseppe Raimondi, la seduta Capitello di Studio 65, il simpatico sgabello Siedi-Tee ideato da Laura Fubini, Francesco Mansueto e Marco Verrando ed infine il tavolo Dèjeuner sur l'arbre di Gianni Arnaudo.
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