SPHAUS / SALONE INTERNAZIONALE DEL MOBILE MILANO 2006 |
SpHaus nasce nel 2004 su iniziativa del designer milanese Filippo Dell'Orto. L'idea è semplice: creare un'azienda di design per poter esprimere la propria creatività, e uscire allo stesso tempo dal circuito delle commissioni. Nuove tecnologie produttive, forme e materiali innovativi, una costante ricerca ed un alto livello qualitativo del prodotto fanno subito del marchio spHaus un nome apprezzato in Italia e all'estero. In due anni SpHaus si è infatti posizionata in un mercato di nicchia accanto ai classici del design.
Il 2004 è anche l'anno del debutto al Salone del Mobile di Milano. In collezione, quindici progetti disegnati – per la maggior parte – proprio da Filippo dell'Orto. Alla base dei prodotti – tavoli, coffe tables, sedute e lampade – la filosofia del neonato mondo spHaus: un design puro, dalle linee essenziali, non decorativo. Ma soprattutto funzionale e molto lontano dal minimalismo.
Il 2005 è l'anno della conferma sul mercato. Il catalogo spHaus si arricchisce di tredici nuovi pezzi. Il desiderio, ora, è quello di espandersi, introducendo nuovi progetti concepiti da nuovi designers di talento selezionati da Filippo Dell'Orto un po' da tutto il mondo. Risultato: una collezione più matura ed avanzata.
Il 2006 è l'anno della terza collezione. SpHaus la presenta al Salone del Mobile di Milano con dieci nuovi progetti, frutto di un ulteriore passo avanti verso l'innovazione formale e tecnica. Fra le novità di quest'anno una linea di oggetti in ceramica, materiale antico lavorato ancora oggi con procedimenti artigianali di bottega, e malleabile tanto da adattarsi alle forme più contemporanee.
Due lampade nuove per la collezione SpHaus 2006 sono presentate da Filip Gordon Frank – con Mini me –, e Modoloco – con Cleo.
Con un semplice taglio all'interno della superficie stessa, lo specchio Img del designer Fabio Bortolani, aggiunge alla sua funzione primaria quella di porta-salviette. Una luce fluorescente nascosta nel telaio poi lo trasforma anche in una lampada.
500kg progettato da Johannes Torpe, è un sistema di sedute basato su 5 elementi (una seduta, un poggiapiedi e tre braccioli) che assemblati possono originare le più svariate composizioni: una poltrona, una chaise-longue, un divano lineare o angolare in qualunque dimensione. Il dettaglio caratterizzante è quello strutturale: gli elementi sono realizzati in polistirene espanso ad alta densità, ricoperti poi di gomma poliuretanica e rivestiti in tessuto sfoderabile. Il risultato è un prodotto leggerissimo: una sola persona può facilmente assemblare e riassemblare le parti senza alcuna difficoltà.
Dal design di Setsu Ito e Shinobu Ito sono nate la poltrona e il divano Spira e, più recentemente, Kaar; una versione contemporanea del classico etagère. Composto da moduli in compensato curvato, sono assemblati tra loro tramite un giunto rotante libero e disossato: questo consente la massima flessibilità d'uso ed estetica.
Lo specchio da parete A.B.C. di Lorenzo Damiani è sovrapposto ad una lamiera d'acciaio che consente di calamitare le lettere in plastica colorata dotata di magnete. Le lettere compongono sullo specchio un'opera pop, una cornice, un messaggio occasionale: qualunque cosa la fantasia ci suggerisca.
Flirtstones è un sistema di sedute irregolare progettato da Barbara Goltermann. I singoli pezzi (divano, poltrona, e due pouf) sono autonomi oppure possono entrare a far parte delle più svariate composizioni.
Enrico Buscemi e Piergiorgio Leone creano Lake: coffee table con piano in MDF con laccatura poliuretanica e telaio in tondino di acciaio. Il portaoggetti ha fondo in alluminio anodizzato.
Lampada da soffitto o da parete Sun progettata da Tonylight, 2005 è protetta da un involucro in metacrilato opalescente che da alla luce un riflesso dorato e genera un curioso effetto a stella.
SQ3, dal design di Alessandra Bettolo e Betty Sperandeo è una scaffalatura componibile a piacere: venduta in singole colonne disponibili in due altezze. La colonna più alta ha in dotazione 3 cubi in metacrilato colorato, la versione bassa ne ha 2.
La lampada Stay, disegnata da Fabio Bortolani, è disponibile in due versioni: da terra e da tavolo.
La sedia Mother, di Filippo Dell'Orto, è realizzata combinando MDF laccato opaco e alluminio verniciato epossidico nei medesimi colori RAL in modo da ottenere uniformità e continuità tra i materiali, ma evidenziandone nello stesso tempo la differenza.
Due dettagli inconsueti contribuiscono ad aumentare il comfort di Apple, poltrona progettata dal designer Dodo Arslan: prima di tutto il fatto che la poltrona, grazie ad un sistema a cerniera, si chiuda in un dolce abbraccio quando è sollecitata dal peso di un corpo, e in secondo luogo perchè oscilla come un dondolo.
Il sistema container Big box ideato da Enrico Cesana è basato su quattro moduli, tre lineari e uno ad L, componibili in svariate composizioni. I grandi cassetti scorrevoli sono attrezzabili con gli accessori più adeguati alle esigenze d'uso.
Eero Sairanen progetta Lite, tavolino rettangolare in lamiera d'alluminio tagliata a laser e modellata manualmente. La finitura è con vernice automobilistica lucidata a mano e protetta da un trasparente antigraffio.
T2, coffee table dall'idea di Luca Casini, è composto da due elementi ad L di altezze diverse, combinabili e sovrapponibili.
Zero L, di Clara Pozzetti, è una lampada concepita come un gioiello: può essere appesa al muro con un gancio in dotazione o semplicemente appoggiata ad un piano.
Filippo Dell'Orto progetta le sedute Black betty e Soft pill entrambe realizzate in poliuretano rigido, e le lampade da terra E.t. e Hal 9003, realizzata in metacrilato trasparente con diffusore in lamiera d'acciaio e base in acciaio cromato.
Dodo Arslan crea il divano e poltrona Lowres.
Dal design di Roberta Savelli nascono i colorati tavolini ora L e ora M.
SpHaus
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