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 CAR DESIGN WORKSHOP


Massimo Grandi è docente di Car Design nel Corso di Laurea in Disegno Industriale della Facoltà di Architettura di Firenze. Ha già pubblicato per Alinea Editrice il volume La forma della memoria: il progetto della Ferrari 550 Alaspessa.

In questo volume viene presentata una esperienza triennale d’insegnamento di Car Design nel Corso di Laurea in Disegno Industriale della Facoltà di Architettura di Firenze che, muovendosi all’interno di queste rinnovate prospettive, sta cercando anche di riaffermare e valorizzare quel profondo e radicato filone culturale dell’automobile fatto di passione e professionalità che è presente in Toscana e a Firenze fin dall’inizio del secolo scorso.

«È indubbio – spiega Massimo Grandi – che esista nell’immaginario collettivo, quando si parla di car design italiano, o anche semplicemente di auto, un’associazione immediata ed esclusiva con i centri storici di produzione dell’auto del nostro paese: Torino, Milano, Modena o, al massimo, con l’Italia del nord-ovest. Certamente non viene in mente la Toscana, ma questo immaginario, per quanto comprensibile è basato su una lettura superficiale della realtà. La Toscana, ed in particolar modo Firenze, sono state legate all’auto, potremmo dire, fin dall’inizio della storia di questo veicolo.
Si racconta che la prima auto a circolare in Italia sia stata una Panhard-Levassor acquistata dal nobile fiorentino Carlo Ginori. Ma a Firenze non ci si limita solo ad acquistare auto, si inizia anche a costruirle; nel 1901 infatti nasce la FTA – Fabbrica Toscana Automobili –, una delle marche d’automobili più antiche d’Italia, tanto da essere già citata dalla Gazzetta dello Sport del 21 dicembre 1900, e produce la vettura Florentia, che vantava soluzioni e finiture di alta classe, tecnologicamente all’altezza dei tempi.
Questa grande attenzione, ma anche partecipazione allo sviluppo dell’automobile da parte della Toscana, è poi rappresentato dal fenomeno dell’organizzazione dei concorsi di eleganza; a Firenze il primo si tenne nel 1903, il Corso dei Fiori, al Parco delle Cascine.
Ma altre manifestazioni si tennero negli anni successivi, sia a Firenze che in località di villeggiatura come Viareggio e Montecatini. Fu l’inizio della grande stagione dei carrozzieri, che si protrasse fino agli anni ’60, ma anche l’inizio del car design. La progettazione della carrozzeria, infatti, passa rapidamente dal concetto di puro allestimento a quello di elaborazione di una forma che con lo sviluppo rapido delle tecnologie e quindi dell’auto stessa, declina progressivamente nella sfera della funzione.
Quel tanto decantato italian style si è formato proprio in quegli anni, quella attenzione alla ricerca formale, fin nel particolare, come qualità del bello in sé, ha potuto realizzarsi proprio a partire da quelle grandi professionalità artigiane capaci di sublimare la dimensione tecnologica e funzionale a livello di opera d’arte.
In ambito toscano, troviamo ampi momenti di questa storia, e gli esempi forse più calzanti riguardano l’esperienza del livornese Giotto Bizzarrini – ricordato dagli appassionati soprattutto per il coupè sportivo 5300 GT Strada – e quella del fiorentino Pasquale “Pasquino” Ermini, storico preparatore di ambitissime auto da corsa e della famosa Ermini 375 Sport.
Questo insieme di elementi costituiscono non solo un valore di testimonianza di un passato trascorso, ma soprattutto una enorme ricchezza in un presente che mostra tutte le caratteristiche capaci di rilanciare una nuova e rigenerata potenzialità di questa specifica e caratteristica declinazione del rapporto tra prodotto e design.
In questo momento è in elaborazione un prototipo di auto sportiva, chiamata provvisoriamente Etrusca, tutta progettata e costruita a Firenze, compreso il motore che contiene anche importanti innovazioni tecniche, già poste sotto brevetto.

Le tre tesi presentate in questo volume – conclude Massimo Grandi –, rappresentano i primi risultati concreti del corso, sono tre esperienze che affrontano temi relativi ad ambiti e priorità progettuali diversi.

La prima tesi, il pluri-taxi Astuta dello studente Alessandro Santucci, è un tipo di veicolo con finalità definite: un mezzo pubblico in grado di trasportare merci o persone ed in grado di adattare i suoi spazi interni in modo estremamente veloce e semplice.

La seconda invece, dello studente Matteo Krzanowski, affronta il tema di un’auto sportiva stradale, derivata da una vettura di formula uno: la Minardi Kimera. Grazie anche alla collaborazione dei tecnici della Minardi, ma soprattutto all’apporto appassionato dell’ingegnere Gabriele Tredozzi, si sono potuti affrontare e risolvere l’insieme dei tanti problemi relativi alla progettazione della componente strutturale.

La terza ed ultima tesi, svolta dallo studente Giacomo Giustizieri, si intitola Maja Piaggio ed affronta la creazione di un veicolo che si ripropone oggi con i caratteri e la natura che aveva già assunto molti decenni fa, nell’Italia della ricostruzione post-bellica, quando gli italiani avevano bisogno di muoversi ma l’automobile costava troppo e la motocicletta non era abbastanza pratica.
Da qui l’ispirazione dalla Vespa Piaggio, che non era né una motocicletta né un’automobile, ma piuttosto l’una e l’altra assieme e divenuta negli anni il simbolo indelebile della prima motorizzazione di massa».








CAR DESIGN Workshop
di Massimo Grandi
presentazione di Massimo Ruffilli
2006, Alinea Editrice, Firenze
www.alinea.it

a cura di: 
Federica Capoduri 
I.

II.
III.

IV.
V.

VI.
VII.

VIII.
IX.

ha collaborato:
Umberto Rovelli




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